«Siete sicuri di voler davvero Lucia Borgonzoni a capo dell’Emilia Romagna?». Con un video di tre minuti pubblicato giovedì scorso sul suo profilo Facebook l’assessore alla Cultura, Matteo Lepore, ha attaccato la candidata della Lega alle elezioni regionali del prossimo 26 gennaio raccontando tre notizie su di lei che non tutti forse sapevano. Lepore ha messo in luce l’abitudinaria assenza della Borgonzoni nei banchi del Consiglio comunale e la risposta non fatta pervenire riguardo un dossier sulla città di Bologna, in veste di sottosegretaria al ministero dei Beni Culturali. Ma soprattutto si è concentrato su quando, nel 2012, la consigliera aveva avanzato la proposta di schedatura dei cittadini musulmani della città. Lucia Borgonzoni è ancora consigliera comunale. L’assessorenel suo video, ha ripercorso la sua più recente carriera politica: il 23 marzo 2018 è stata eletta senatrice e, subito dopo, 13 giugno stesso è diventata sottosegretaria al ministero dei Beni culturali. «Nel frattempo però non ha mollato la poltrona di consigliera»ha sottolineato Lepore. «Da allora ci sono state ben 141 sedute e di tutte queste la Borgonzoni è stata presente solo a 19. Mi chiedo, allora, perché in tutti questi mesi lei non abbia mollato la poltrona, essendo stata eletta in Senato e avendo un importante incarico». 

Con tono decisamente ironico ha ricordato poi come il 20 novembre 2018 lui, insieme tutti i direttori e i presidenti delle istituzioni culturali dell’Emilia-Romagna, è stato ricevuto al ministero dei Beni culturali per avere un incontro con la sottosegretaria. Qui le hanno consegnato un dossier con le principali questioni che riguardano Bologna, tra cui la candidatura dei portici a patrimonio Unesco, iniziativa su cui Lepore sta spingendo molto. «Abbiamo avuto un amabile colloquio, ma dopo questo Lucia non si è più fatta sentire e a Bologna non si è più vista». Il fatto che preoccupa di più l’assessore, però, è l’dea che venne alla consigliera il 27 gennaio 2012, che dal banco del Consiglio comunale chiese a sindaco e Giunta di provvedere a schedatura e censimento dei cittadini di fede musulmana per via della presunta «presenza di numerose moschee a Bologna». Peccato che nella città ci sono solo delle sale di preghiera, mentre di moschee non se ne vedono. 

Lepore si chiede allora se in un Paese civile, come l’Italia dovrebbe essere, sia giusto schedare e censire i cittadini di religione musulmana, italiani o stranieri che siano. E, rivolgendosi al pubblico del web, conclude»È questa la candidata che vogliamo alla presidenza della Regione? Noi a Bologna conosciamo molto bene la Borgonzoni». 

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