Per la Lega di Bologna incolpare il governo di alimentare odio è un gioco terrorista 

Alla Lega bolognese non è proprio piaciuta la lettera che Yassine Lafram, a capo della Comunità islamica di Bologna e presidente nazionale l’Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii) poche ore dopo l’attentato terroristico islamofobo in Nuova Zelanda dove sono morte 49 musulmani, ha inviato lo scorso venerdì al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per chiedere di tutelare i fedeli islamici che ogni giorno in Italia si riuniscono nelle moschee per le preghiere.

Secondo il consigliere leghista del Comune di Bologna Umberto Bosco la lettera di Lafram avrebbe una doppia faccia: da un lato insinuerebbe che il governo giallo-verde sarebbe reo di alimentare una retorica che diffonde odio e pregiudizio contro musulmani e migranti in generale, ma dall’altro chiede aiuto di protezione allo stesso governo. E addirittura secondo Bosco, «quelli che, a ogni episodio di cronaca, incolpano il presunto clima d’odio instaurato e alimentato dal governo in carica, non sono d’aiuto per disinnescare la violenza e fanno, in modo inconsapevole, il gioco di  Tarrant (il suprematista e terrorista bianco dell’attentato in Nuova Zelanda». 

Dopo poche ore dall’attentato terroristico anti islam a ChurchchristLafram ha scritto al ministro  Salvini che «le moschee e i centri islamici sono impegnati, da sempre, in tutto il territorio nazionale, per l’integrazione dei cittadini di fede musulmana che vengono esposti alle insidie di una propaganda islamofoba e i cui esiti si fanno sempre più pericolosi per la cittadinanza tutta e per i cittadini di fede musulmana».
Ribadendo la massima disponibilità a collaborare con gli enti preposti al fine di permettere una vigilanza dei vari centri in cui si riuniscono i fedeli musulmani, il presidente dell’Ucoii auspica, «come cittadino italiano che venga al più presto assicurata una costante vigilanza e tutela da parte delle forze dell’ordine dei luoghi dove le comunità locali si riuniscono quotidianamente, e con maggiore affluenza ogni venerdì, al fine di tutelare l’incolumità degli stessi e della cittadinanza intera». 

 

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