Il bue dice cornuto all’asino. La Lega di Bologna accusa di razzismo al contrario il Comune di Bologna e definisce “sedicenti profughi” quei rifugiati e richiedenti asilo che hanno ottenuto i tirocini formativi dedicati ai portatori di handicap e alle persone in difficoltà. Non va proprio giù alla leghista bolognese e senatrice della Repubblica italiana, Lucia Borgonzoni, e al consigliere regionale Daniele Marchetti che meno del 50 per cento dei posti (386 su 638) «sono stati assegnati a rifugiati e richiedenti asilo».  E l’accusa di razzismo nei confronti dell’amministrazione comunale torna con il solito slogan sovranista “prima gli italiani”. Per la Borgonzoni e Marchetti, dunque, il primo requisito per i tirocini formativi dedicati alle persone in difficoltà dovrebbe essere la nazionalità italiana non il grado di difficoltà di una persona.  

La denuncia di razzismo al contrario da parte dei due leghisti è seguita alla diffusione dei dati con cui l’Agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna ha risposto all’interrogazione con la quale il consigliere del Carroccio chiedeva informazioni in relazione all’assegnazione dei Tirocini di tipo C nella provincia di Bologna. 

«Parliamo di percorsi di formazione o inserimento al lavoro dedicati a persone con disabilità o condizione di svantaggio, a cui sono stati aggiunti come possibili utenti anche i richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale», ha detto Marchetti. Secondo il consigliere, quello dei Tirocini di tipo C (Tirocinio destinato a soggetti svantaggiati, di orientamento e formazione o di inserimento /reinserimento per persone con disabilità o condizioni di svantaggio) «è ormai diventato un affaire riservato agli immigrati». 

Per la senatrice Borgonzoni, «il 48,4% delle risorse regionali riservate all’inserimento al lavoro di questo genere per le fasce deboli sono state utilizzate per profughi o sedicenti tali. Di buono c’è che “la cura” Salvini fermerà questa follia e ridarà la precedenza e la dignità alla nostra gente». 

Sentir accusare la Lega di razzismo nei confronti di chi accoglie persone che scappano da Paesi in guerra o dove vige il terrorismo (la Nigeria di Boko Haram, per esempio) fa accapponare la pelle.  Solo due settimane fa un loro collega di partito, il senatore leghista Roberto Calderoli è stato condannato a 18 mesi di carcere per gli insulti razzisti che rivolse nel luglio del 2013 all’allora ministro alle Pari opportunità la congolese Cécile Kyenge. L’aveva paragonata a una scimmia in un comizio vicino Milano.

 

Foto: Ansa

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