La squadra di Antimo Martino, da neopromossa, è nel gruppo delle seconde, quella di Sasha Djordjevic è prima da sola: durerà per tutta la stagione?

Alzi la mano chi, soltanto un mese fa, lo aveva previsto. Dopo quattro giornate di campionato comanda ancora Basket City. Un dominio che in un caso (la Virtus) è in linea con le aspettative, mentre nell’altro (la Fortitudo) le sta abbondantemente superando.

FORTITUDO. E allora è giusto cominciare con l’analisi della partenza sprint della Effe targata Pompea, la più piacevole rivelazione della Serie A. Il ruolino di marcia invidiabile, tre successi in quattro uscite, non è figlio del caso bensì della certosina programmazione della società del presidente Christian Pavani e dell’eccellente lavoro in sede di mercato della coppia Antimo MartinoMarco Carraretto. L’ultima perla preziosa aggiunta alla collana biancoblù è la vittoria di domenica scorsa contro Treviso, una “classica” del basket italiano che a cavallo tra gli anni Novanta e gli anni Duemila valeva lo scudetto ma che ora ha dato comunque importanti indicazioni. La più significativa: questa Fortitudo deve pensare prima di tutto a mantenere la categoria ma è oggettivamente attrezzata per puntare ad un traguardo superiore. Il primo a rivelarlo è stato Kassius Robertson, che ha pronunciato la parola “playoff” dopo una prestazione da incorniciare con 23 punti, 4 rimbalzi, 2 assist e 20 di valutazione. “Nomen omen”, si dice in questi casi. Perché il nome della guardia canadese non è altro che un chiaro omaggio a Cassius Clay, l’ex super campione di pugilato. Nel 77-69 con cui la Pompea ha superato la De’Longhi, Kassius ha vestito i panni del combattente, mandando ko gli avversari e regalando alla sua Fortitudo un inaspettato, quanto meritato secondo posto in compagnia di Brindisi, Sassari e Brescia.

VIRTUS. In vetta, unica squadra ancora a punteggio pieno, troviamo la Segafredo. “In alto stat Virtus”, dicono i tifosi bianconeri, che mai come ora possono gioire vedendo finalmente fruttare i sacrifici del patron Massimo Zanetti. Fin qui la squadra allenata da Sasha Djordjevic ha dimostrato di sapere solo vincere. Percorso netto in campionato, 100% di successi in EuroCup. Gli ultimi acuti erano preventivabili alla vigilia, ma, proprio per questo, sono stati dimostrazione di forza perché da grande squadra (a differenza di Milano, ad esempio) la Virtus non si è mai distratta. Così è prima arrivata l’affermazione alla Vitrifrigo Arena contro Pesaro (94-79) con 19 punti del ritrovato Frank Gaines e 18 del più convincente Julian Gamble, con la stella Milos Teodosic che ha prodotto 8 punti, 6 rimbalzi, 5 assist e 17 di valutazione in 15′. Poi si è registrata la conferma in Europa con Andorra, domata (87-72) grazie al miglior Filippo Baldi Rossi della stagione, ad un Gamble mai così dominante sotto i tabelloni e alle fiammate di Teodosic, concentrate soprattutto nel quarto quarto. Il play serbo ha prodotto 15 punti e 8 assist, la Virtus ha ottenuto la settima vittoria in sette gare ufficiali, il ritmo è da scudetto, mentre la Fortitudo oggi vale i playoff. Sarà vera gloria? Al campo l’ardua sentenza. Ma intanto godiamoci le soddisfazioni che da troppo tempo Basket City non ci regalava.

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Foto di Valentino Orsini, Fortitudo Pallacanestro
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