Porti chiusi, dissenso anche dagli antropologi italiani

L’ Associazione Nazionale Professionale Italiana di Antropologia (ANPIA) si associa al dissenso contro le decisioni del governo di chiudere i porti, in particolare la critica è rivolta nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro delle Infrastrutture, il pentastellato Danilo Toninelli.

«In qualità di professionisti e professioniste che quotidianamente lavorano al fianco dei richiedenti protezione internazionale e dei migranti» in una lettera aperta sul sito dell’associazione nata a Bologna il 6 febbraio di due anni fa, gli antropologi italiani annunciano di unirsi alla mobilitazione civile che nelle ultime ore sta prendendo vita in molte città italiane che rivendica l’apertura dei porti e quindi la tutela dei diritti umani fondamentali.  

«Il “trattenimento forzoso” in mare dell’Aquarius e della Sea Watch 3 non solo infrange il divieto di respingimento per cui il nostro paese è già stato condannato in passato, ma vìola tutte le convenzioni internazionali Search And Rescue, almeno due articoli della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, andando a profilare la violazione dell’articolo 593 del codice penale e cioè l’omissione di soccorso. Consideriamo insopportabile la strumentalizzazione politica agìta attraverso la distorsione dei dati e l’uso strumentale del diritto per il mantenimento di interessi unilaterali, azioni volte esclusivamente a nascondere le responsabilità e l’ipocrisia soggiacente il “governo delle migrazioni”», si legge nella lettera aperta.

L’associazione conclude che si oppone «ad azioni politiche giocate sulla pelle di persone su cui grava esclusivamente la colpa di essere nate dal lato sbagliato del Mediterraneo».

 

Foto: dal profilo Facebook dell’ANPIA

Condividi