Pari opportunità, Bologna prima in Italia: 9 aziende firmano un accordo che tutela le lavoratrici

Conciliare la vita privata e quella lavorativa, eliminare la disparità di stipendio tra i due sessi e introdurre un piano che aiuti le donne a gestire il lavoro durante la maternità: sono i principali obiettivi di un accordo firmato ieri tra la Città metropolitana di Bologna e 9 grosse aziende del Bolognese. Il nuovo accordo, che durerà fino al 31 dicembre 2021, è un progetto sostenuto con fondi di un bando regionale per le pari opportunità e con 50mila euro messi a disposizione dalla Città metropolita di Bologna. Tutto questo per diffondere pratiche di pari opportunità uomo – donna nella vita economica della regione e della provincia bolognese. L’accordo concretizza nei fatti un primato che Bologna ha nei numeri sulle pari opportunità: è la prima città in Italia per il tasso di occupazione femminile, con un valore del 67,3 per cento superando Firenze e Milano.  

Le 9 grandi imprese bolognesi che hanno aderito sono: Aeroporto G.Marconi di Bologna, Emilbanca, Automobili Lamborghini, Bonfiglioli Riduttori, Philip Morris Manufacturing & Tecnology e l’azienda di trasporti pubblici TPER. Hanno firmato anche IMA (azienda che produce macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti), CAAB (Centro Agro Alimentare Bologna) e CRIF (Centrale Rischi d’Intermediazione Finanziaria).

Per concretizzare il progetto, verrà pubblicato il “catalogo delle Buone Pratiche” che conterrà tutte le azioni che le aziende stanno mettendo in atto. Si ridurrebbe così, per le imprese che si aggiungeranno in futuro, il tempo e le risorse da impegnare negli interventi, agevolando quindi il passaggio di queste iniziative. È un nuovo protocollo che arriva a cinque mesi dalla nascita della Rete di “Comunità di Aziende per le Pari Opportunità”  che ha l’obiettivo di sensibilizzare sul tema e estendere a altre imprese del territorio metropolitano una serie di buone pratiche di welfare aziendale per migliorare il benessere organizzativo. «Tutte queste iniziative riguardanti l’integrazione e l’uguaglianza sono un segno concreto della qualità della democrazia. Per primi abbiamo avviato una sperimentazione di crescita come modello di nuove prassi che dovrebbero essere d’esempio per tutto il Paese»ha dichiarato l’assessore regionale alle Pari Opportunità Emma Petitti.

Il tema del lavoro femminile sembrerebbe prioritario anche per lo sviluppo sociale ed economico del territorio bolognese. Per il sindaco metropolitano Virginio Merola, con «è’ possibile modificare le cose concretamente, partendo dal basso, senza aspettare l’ennesima legge elettorale che promette sempre di cambiare qualcosa». 

 

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