Foreste dell’Appennino bolognese da trasformare in bio-economia, la proposta di Confagricoltura

Nel Bolognese c’è un potenziale produttivo da trasformare in bio-economia delle foreste attraverso attività agro-silvo-pastorali che spaziano dalla selvicoltura alla castanicoltura, alla tartuficoltura. Questo patrimonio rappresenta all’incirca il 30 per cento della superficie provinciale. Da qui nasce il progetto di Confagricoltura Bologna che mira a rilanciare la castanicoltura sotto l’aspetto agricolo – ossia dando valore al prodotto castagna anche nell’ambito del Consorzio Castanicoltori dell’Appennino Bolognese –, ma anche in termini forestali per il potenziale di risorse legnose finalizzate a una filiera forestale locale.

In occasione degli “Stati generali della Montagna”, Confagricoltura ha presentato al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Erika Stefani, una serie di proposte operative per le imprese agricole che operano nelle zone di montagna. L’organizzazione che riunisce gli agricoltori italiani, che insieme a Uncem (Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani) è coordinatore del tavolo “Agricoltura e valorizzazione dei prodotti agroalimentari, gestione forestale e filiera del legno”, ha ribadito il ruolo fondamentale che l’agricoltura svolge in questi territori, in termini non solo economici ma anche ambientali e sociali. Infatti, finché non si riuscirà a garantire redditività alle imprese agricole montane, sarà impossibile contrastare il fenomeno dello spopolamento dei territori che rappresenta uno dei problemi principali di queste aree. 

 

Fonte: Confagricoltura Bologna

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