Europa, lavoro e diritti: a Bologna un convegno contro i sovranismi

«Abbiamo bisogno di accordi transnazionali e che si costruisca un’Europa dei diritti sociali. Il nazionalismo è guerra, la chiusura dentro una nazione è la via per possibili conflitti. In questa città ce la facciamo perché condividiamo sovranità». Sono le parole del sindaco di Bologna, Virginio Merola, pronunciate oggi al convegno “Nuovi lavori, nuovi diritti più Europa”, un incontro tenutosi ai Portici Hotel in via Indipendenza per discutere di lavoro e di come affrontare le trasformazioni che stanno avvenendo in questo ambito nelle società di oggi. Secondo Merola, la chiave per tenere testa ai cambiamenti che stanno trasformando il mondo è trattare il tema a livello europeo «per evitare concorrenze e competizioni al ribasso fra i diversi Paesi a partire dalla condizione del lavoro».

Anche Luca Visentini, segretario generale della Confederazione Europea dei Sindacati, ha ribadito la necessità di ripartire dai diritti sociali. In merito alle politiche nazionaliste che si stanno affermando in Europa ha poi aggiunto che «il sentimento antieuropeo o il fatto che un terzo degli iscritti ai sindacati votano oggi per i sovranisti non deriva dal fatto che ci sono gli immigrati». Le regioni d’Europa in cui questi partiti hanno maggiore presa sono le regioni in cui ci sono meno immigrati ma più disoccupati, più povertà ed esclusione sociale.

Una delle principali idee emerse dal dibattito è il fatto che non esistano “nuovi lavori”, ma forme di lavoro che si evolvono da gestire adeguatamente. Di conseguenza, non si dovrebbe parlare di “nuovi diritti” ma bisognerebbe preoccuparsi di garantire i diritti che già esistono a coloro che non li hanno. Fondamentale nel discorso è stato anche il ruolo dell’innovazione digitale che ha diffuso nuovi tipi di lavori come i cosiddetti riders, gli addetti alle consegne del cibo per le applicazioni digitali. A tal proposito secondo Giuliano Zignani, segretario generale Uil Emilia-Romagna, «oggi abbiamo un’Unione europea in cui i contratti di lavoro non sono adeguati alla situazione. Da Bologna è partita la grande stagione dei riders, per cui il Comune della città è stato il primo in Italia che ha ideato la Carta dei diritti fondamentali. Da lì si sperava di estendere il documento a livello nazionale. Il governo lo aveva promesso ma da luglio ad oggi non si è visto nulla». 

Un’altra critica al governo l’ha esposta, poi, sempre il sindaco di Bologna che ha affermato: «la nostra economia è ferma, siamo alla soglia della recessione». Merola ha, quindi, criticato le politiche nazionali sull’utilizzo del debito pubblico: «il problema è che si stanno usando risorse pubbliche per cose che non permettono la crescita del Paese e non danno la possibilità di creare nuovo lavoro. In questa eterna campagna elettorale non si può sempre dire all’Europa che è cattiva, bisogna anche fare politica di riduzione del debito».

In conclusione il segretario generale della Uil Zignani ha, infine, posto l’attenzione sul problema della criminalità organizzata nell’economia della regione e ha sottolineato che «c’è una buona parte della riviera romagnola in mano alla malavita organizzata e nessuno ne parla». Al dibattito, moderato dal conduttore Piergiorgio Valbonetti, hanno preso parte anche Maurizio Lago, segretario generale Uiltrasporti Emilia-Romagna, Enrico Postacchini, presidente regionale Confcommercio e dell’Aeroporto Marconi, Fabio Cristiano, professore dell’ Università di Malmo e Pierpaolo Bombardieri, segretario generale aggiunto Uil.

 

Con la partecipazione di Anna Izzo

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