Dopo le promesse mancate di Di Maio, i riders di Bologna scrivono alla nuova ministra

Fatto il nuovo governo con l’alleanza Movimento 5 stelle e Partito democratico, i riders di Bologna ci riprovano. Dopo le promesse non mantenute dell’ex ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, sul miglioramento delle tutele del loro lavoro, oggi il sindacato dei ciclofattorini del capoluogo emiliano, Riders Union Bologna, scrive un post sulla sua pagina Facebook a  di lettera indirizzata alla nuova ministra del Lavoro, la grillina Nunzia Catalfo.

l post critica l’operato di Di Maio che si era espresso all’inizio del suo mandato a favore di un ammodernamento dei diritti e delle tutele nei riguardi dei riders, ma che poi non ha rispettato le promesse.  «Il ministro si assunse l’impegno di intervenire con una legge per garantire “piene tutele” alla nostra professione. Nonostante ciò, finito il clamore mediatico che le nostre mobilitazioni avevano sollevato, l’intervento è ben presto caduto nel dimenticatoio. Questo ritardo è stato pagato molto caro dai nostri colleghi con l’abbassamento ulteriore del salario, con l’intensificazione dei ritmi di lavoro, con la diffusione del cottimo. Queste le uniche risposte delle piattaforme, con la conseguente moltiplicazione di infortuni e incidenti che in molti, troppi, casi sono costati la vita», scrive il sindacato Riders Union Bologna. 

Un decreto che riguarda i ciclofattorini è arrivato, ma non è all’altezza dei bisogni e delle richieste espresse dai riders. Il precedente ministro lascia un provvedimento che non abolisce il cottimo, anzi ne giustifica e ne legittima l’applicazione, né tantomeno mette fine alla deregolamentazione contrattuale.«Avevano annunciato la fine della precarietà, ma niente è ancora cambiato: la legittimazione della paga a consegna è una ferita che brucia. Durante questi due anni ci siamo mobilitati per esprimere tutta la nostra contrarietà nei confronti di un sistema che appartiene al secolo scorso e che oggi ci costringe a mettere a rischio la nostra vita pur di riuscire ad accumulare un salario dignitoso», incalza il sindacato che chiede alla nuova ministra di intervenire celermente. Come? Secondo Riders Union Bologna, «con una proposta adeguata che prenda spunto dalla legge che il Consiglio regionale del Piemonte ha presentato al Parlamento e la si tramuti in legge dello Stato: questa legge estenderebbe anche ai riders bolognesi le tutele del lavoro dipendente». 

In mancanza di risposte concrete i ciclofattorini di Bologna minacciano di sono pronti scioperare e manifestare a oltranza: «Non passeremo un altro inverno senza diritti, sfruttati dagli interessi rapaci di aziende pronte a vendere la pelle dei propri lavoratori e delle proprie lavoratrici». 

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