Gli affitti a Bologna sono un problema. Basta chiederlo alle migliaia di studenti universitari disperati in cerca di una stanza o di un appartamento in affitto. Ma qualcosa pare si voglia cambiare: è stata approvata ieri durante il Consiglio comunale di Bologna l’indizione di un’istruttoria pubblica sul disagio abitativo in città, un fenomeno accentuato dagli affitti brevi sulle piattaforme online turistiche che avrebbero assunto dimensioni tali da disequilibrare il mercato degli affitti per studenti, lavoratori e famiglie. Secondo un’udienza conoscitiva chiesto alla commissione attività produttive, il 75 per cento dei cittadini bolognesi dichiara di non beneficiare del flusso turistico.

Che senso ha la ricchezza del turismo se non viene redistribuita equamente in città? Si è chiesto il gruppo politico Coalizione civica. «Crediamo debba essere tutelato un complessivo “diritto alla città” a viverla, abitarla, trovarvi lavoro, attraversarla come turisti, aprirvi un’attività», dicono i consiglieri comunali di Coalizione civica Emily Clancy e Federico Martelloni. La richiesta alla Giunta è quella di impegnarsi a fondo per analizzare il fenomeno, con il coinvolgimento dei proprietari di immobili, dell‘università, degli studenti e trovare strumenti e soluzioni per governarlo. 

Sul tema c’è Laboratorio Pensare Urbano, uno spazio di discussione animata da associazioni, sindacati, collettivi, spazi sociali, studenti e studentesse, docenti, ricercatori e ricercatrici che ha richiesto da tempo un’istruttoria sul mercato degli affitti in città e sull’incidenza delle piattaforme per gli affitti brevi. Sono state raccolte più di 2.000 firme per chiederne lo svolgimento e ieri in Consiglio Comunale è stato approvato all’unanimità la sua convocazione per il 20 di settembre. «Siamo felici che, finalmente, la regolamentazione delle piattaforme turistiche sia diventata parte dell’agenda politica anche della maggioranza con l’adesione alla cordata di città europee che reclamano strumenti comuni in tal senso», concludono i consiglieri di Coalizione civica».

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