Candidatura Portici Unesco, le squadre bolognesi scendono in campo

Una maglietta per sostenere la candidatura dei portici di Bologna a Patrimonio dell’Umanità unisce il mondo dello sport cittadino. La t-shirt, si è appreso ieri a Palazzo d’Accursio, verrà indossata durante le partite dalle squadre di diverse discipline per appoggiare la candidatura UNESCO del 2020. Tra le associazioni sportive hanno aderito la squadra di calcio del Bologna, le squadre di pallacanestro della Virtus e Fortitudo, Rugby Bologna, la Fortitudo Baseball e Cusb (Centro Universitario Sportivo Bologna). Virtus e Fortitudo sfoggeranno la maglia con i portici durante il derby del 25 dicembre, mentre Rugby Bologna ne indosserà una versione speciale di colore rosso durante i prossimi incontri in programma. 
 
L’idea è nata proprio da Rugby Bologna. Francesco Paolini, presidente dell’associazione, ha spiegato: «Abbiamo scelto i portici per coinvolgere le altre associazioni sportive nel sostegno di una causa importante per la nostra città.  Raccontano una storia di accoglienza, sono una metafora dello sport». Poi ha smorzato con una battuta: «A Bologna si dice che se stai studiando e passi per i portici di San Luca non ti laurei». Marco di Vaio, responsabile scouting di Bologna Fc, ha ribattuto: «Sono stato lì proprio prima della partita contro l’Inter e abbiamo vinto». 
 
La t-shirt è stata disegnata appositamente per l’occasione dalla casa di abbigliamento sportivo Macron, un’azienda bolognese molto attiva in varie attività cittadine come i capi d’abbigliamento dell’Alma Mater. È in vendita presso i centri di via Stalingrado, di Galleria Cavour e dell‘Aeroporto a diciannove euro. 
 
«Dovremo dimostrare di saper valorizzare questi portici. Sessantadue chilometri di portici sono lunghi come una maratona, abbiamo un grande cammino davanti a noi», ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica Valentina Orioli. 
La candidatura UNESCO consiste in diverse componenti, selezionate in dodici aree tra i vari portici come quelli di San Luca, via Zamboni, la Certosa e piazza Cavour. Perché vi sia una certificazione, questi siti dovranno essere rappresentativi di fasi cronologiche, linguaggi architettonici, caratteristiche tecniche, funzioni urbane e sociali. 

 

con la collaborazione di Davide Giorgi


 
 

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