62 km di portici di Bologna patrimonio Unesco, inviato al ministero il primo dossier

In totale sono 62 chilometri, di cui 20 in periferia. Sono stati censiti per la prima volta tutti i portici di Bologna in occasione del primo traguardo del percorso di candidatura dei porti di Bologna a Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Lo scorso 12 settembre è stato inviato dal Comune di Bologna al ministero per i Beni e le Attività culturali (ed entro il 30 settembre anche al Centro del Patrimonio Mondiale Unesco) il dossier preliminare con cui la città inizia formalmente la candidatura dei portici a patrimonio dell’umanità. 

Ora si attende la prima valutazione: da Parigi è previsto entro Natale l’esito della verifica di completezza che l’UNESCO deve effettuare sugli elaborati inviati. Successivamente si procederà alla consegna definitiva della documentazione, scadenza fissata a febbraio. Il dossier preliminare non è obbligatorio, ma il Comune di Bologna ha voluto comunque consegnarlo per poter poi inserire altri dettagli utili a completare la candidatura formale 

Il dossier è redatto dal Gruppo di lavoro istituito dal sindaco Virginio Merola nel 2018, affiancato dalle Istituzioni Musei e Biblioteche, la consulenza della Fondazione Links di Torino e il contributo scientifico dell’Università di Bologna. 

La redazione definitiva del dossier è sostenuta con un contributo di centomila euro dalla Fondazione Carisbo.

Il Piano di gestione dei portici 

Il Sistema Informativo Territoriale ha elaborato la planimetria dei 62 chilometri di portici che si snodano lungo tutta la città: se 42 chilometri si trovano nel cuore antico di Bologna, gli altri 20 interessano tutta la città fuori dai viali. Il censimento è stato possibile anche per le segnalazioni dei cittadini che hanno risposto all’appello del Comune. In tanti hanno inviato le immagini e segnalato i tratti di portici periferici meno conosciuti ma che dimostrano che questa tipologia architettonica di antica origine non è mai stata abbandonata, anzi è sopravvissuta alle evoluzioni e trasformazioni della storia. 

Per le esigenze di conservazione generale dei portici sarà definito un Piano di gestione, come previsto dalle regole UNESCO. Il Piano di gestione è uno strumento di coordinamento finalizzato a tutelare efficacemente l’eccezionale valore universale del bene ed è stato elaborato non solo sui portici in sé ma anche sulla cosiddetta buffer zone, ovvero i territori cuscinetto che connettono i tratti dentro un unico percorso di fruizione. 

La Cabina di Regia del Piano, coordinata dal Comune di Bologna, con funzione di pilotaggio del progetto di candidatura e del futuro sito, è aperta alla partecipazione di tutte le istituzioni e le forze sociali ed economiche della città. A oggi ne fanno parte: Regione Emilia-Romagna, Città metropolitana di Bologna, ministero per i beni e le attività culturali (uffici centrali e organi periferici), Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Arcidiocesi di Bologna, Fondazione Carisbo, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Camera di Commercio, Banca d’Italia, Acer, Comando provinciale dei Carabinieri di Bologna, Bologna Welcome. La prossima riunione della Cabina di Regia è in programma il 25 settembre prossimo.

I portici alla Settimana europea della mobilità 

 I portici saranno protagonisti anche alla Settimana europea della mobilità in programma a Bologna dal 16 al 22 settembre. La giornata “Camminare sotto i portici” sarà sabato 21 settembre. Si comincia alle 16,45 al Mobility Village allestito in Piazza Maggiore con l’incontro dal titolo “I portici: candidatura UNESCO e un’altra maniera di viaggiare”. Alle 17,45, con partenza da Piazza Maggiore, passeggiata lungo i portici con i consulenti della Fondazione Links che racconteranno la storia e il motivo della scelta di cinque dei dodici tratti candidati all’UNESCO. Infine alle 20,00 nel Cortile Guido Fanti di Palazzo d’Accursio, Francesco Ceccarelli, docente di storia dell’architettura all’Università di Bologna, racconterà la storia architettonica dei portici e il loro eccezionale valore universale. 

Fonte: Comune di Bologna

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