Stranieri e donne, code ai Caf di Bologna per il Reddito di Cittadinanza

Code davanti gli uffici Caf dell’Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani) di Bologna per richiedere il reddito di cittadinanza. Molti stranieri con permessi di lunga durata, tante donne a prima vista difficilmente collocabili nel mercato del lavoropersone ormai prossime alla pensione, qualche disabile. Settantaquattro domande ricevute solo il giorno della partenza del reddito di cittadinanza solo nel Caf Acli di Bologna.  

«Se il decreto verrà approvato senza correttivi andremo incontro a diversi problemi. L’operatività ha preceduto la legge e, quindi, rischiamo di illudere molte persone che, poi, si vedranno togliere il beneficio». «Il nostro è solo un ruolo di intermediazione, ma l’utenza ci riempie di domande, per cui noi stessi non abbiamo la risposta», ha dichiarato il presidente del patronato Acli di Bologna, Filippo Diaco. 

Le Acli si sono attrezzate con 4 postazioni ad hoc e numeri spezza coda, ma si aspettiamo un afflusso notevole in questi giorni, dal momento che c’è la paura che i fondi possano finire e qualcuno possa rimanere escluso, pur avendo i requisiti. Nel 2018 le Acli hanno compilato 15.000 Indicatori di Situazione economica Equivalente (Isee), la metà dei quali avrebbe i requisiti di reddito per beneficiare della misura del reddito di cittadinanza operativo da ieri. 

«La maggior parte dell’utenza di oggi è composta di persone sole, senza reti familiari a sostenerle, persone fragili che trovano in questa opportunità la possibilità di dare una svolta alla propria vita. Tuttavia, nessuno si illude di poter davvero trovare un lavoro in questo modo: cercano solo un beneficio immediato per sopravvivere più dignitosamente», ha concluso Diaco. 

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