Cittadinanza onoraria bolognese all’all’avvocata iraniana Nasrin Sotoudeh per il suo impegno a favore dei diritti umani. Un impegno preso ieri dal Consiglio comunale di Bologna che ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, presentato a inizio seduta dalla consigliera Roberta Li Calzi (Partito Democratico), di solidarietà alla donna condannata a Teheran a 38 anni di galera e a 148 frustate per aver difeso in tribunale una ragazza che aveva avuto il coraggio di togliersi in pubblico il hijab, il velo che obbligatoriamente deve coprire il capo delle donne.
Sulla triste vicenda si è pronunciato in un comunicato, Antonio Mumolo, presidente dell’associazione Avvocato di strada Onlus con sede a Bologna: «La parola avvocato deriva da advocatus, participio passato di advocare ‘chiamare a sé, chiamare in aiuto’. L’avvocato è colui che va in aiuto di chi ha bisogno. Questo è quello che ha sempre fatto Nasrin Sotoudeh, l’avvocatessa condannata a e a 33 anni di reclusione e a 148 frustate per aver difeso detenuti, attivisti, oppositori del regime iraniano e donne “colpevoli” di essersi mostrate in pubblico senza velo. Si tratta di una sentenza sconvolgente che non può lasciarci indifferenti».