Migranti “deportati” da Bologna in Sicilia e decine di posti di lavoro persi, ecco il governo giallo-verde

Nel pomeriggio comincerà la “deportazione”. I 150 migranti ospiti del centro di accoglienza (Hub) di via Mattei a Bologna verranno trasferiti d’urgenza a Caltanissetta. Il motivo sembrerebbe dovuto a lavori urgenti all’interno della struttura tanto da aver addirittura anticipato e affrettato a oggi la “deportazione”. Le vittime di questa decisione annunciata sabato scorso dal Prefetto di Bologna, Patrizia Impresa (ricordiamo che il prefetto dipende dal ministero dell’Interno), oltre a essere le centinaia di uomini e donne ospiti dell’Hub, lo saranno anche le decine di operatori e operatrici sociali (54 persone37 sull’accoglienza, 10 sulle pulizie e 7 sui pasti) che perderanno il lavoro. 

«Il Comune di Bologna non vuole dare soluzioni, perché dice di non avere soldi, nonostante i numeri dell’accoglienza in regione siano drasticamente diminuiti. La prefettura è agli ordini di Matteo Salvini, che vuole punire le cooperative che disertano i bandi al ribasso, con cui il ministro dell’Interno deve dimostrare quanto razzista sia questo governo», ha dichiarato il Coordinamento migranti Bologna. In questo gioco delle parti, a essere colpiti sono sempre donne e uomini migranti che, se rifiutano di essere “deportati” in un centro fatiscente in Sicilia, finiranno in strada.  

Per questa decisione in via Mattei è attualmente in atto un presidio dei lavoratori e degli attivisti allibiti. «Dopo un primo appuntamento saltato tra cooperative e prefettura sulla gestione della chiusura della struttura, gli operatori con le loro rappresentanze sindacali (USB e ADL Cobas) sono stati ricevuti dalla vice prefetto, che ha dichiarato una netta chiusura sui temi sollevati, occupazionali e relativi all’accoglienza, anteponendo ragioni superiori (“direttive del ministero”) e comunicando, anzi, che Comune ed enti gestori fossero in realtà già a conoscenza della decisione di chiudere la struttura», ha comunicato l’Unione sindacale di Base di Bologna. 

È una decisione assurda secondo il consigliere comunale di Coalizione Civica Federico Martelloni che la definisce come «una “deportazione” con coeve interruzione di percorsi d’integrazione già avviati su questo territorio e l’interruzione dei rapporti di lavoro degli operatori e operatrici dell’accoglienza, il cui futuro è, oggi, quantomai incerto». 

Il problema occupazionale, per le conseguenze del Decreto Sicurezza, sta diventando rilevante. «Il nostro territorio si è contraddistinto per un percorso di crescita di professionalità che ha permesso la creazione di un sistema di accoglienza diffuso ed efficiente, sia sul versante della qualità che della spesa. Servono forme di ammortizzazione che vanno trovate con il concorso di tutti i soggetti istituzionali e imprenditoriali», ha dichiarato ieri l’assessore comunale alla Sanità e al Welfare Giuliano Barigazzi. Secondo l’assessore, «il Comune ritiene indispensabile che la Prefettura avvii un tavolo di confronto con tutti i soggetti coinvolti al fine di definire misure e azioni che abbiano l’obiettivo, per noi irrinunciabile, di preservare il modello di integrazione costruito in questi anni, elemento importante per la coesione sociale della nostra comunità». 

Aggiornamento Hub via Mattei: sono una ventina i migranti che partiranno per la Sicilia. Altri 20 li potrebbe prendere in carico la Caritas mentre un nucleo familiare di una decina di persone ha potuto beneficiare di un’altra collocazione. Altri 30 circa si sarebbero allontanati tra ieri sera e stanotte.

 

Foto: da Facebook Coordinamento migranti Bologna

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