“Il governo del cambianiente”, sui riders provvedimento «deludente»

Movimento 5 Stelle e Lega avrebbero trovato un accordo per approvare una norma sui riders, «ma il nuovo provvedimento è nettamente al ribasso rispetto alle promesse». I ciclofattorini aderenti al sindacato Riders Union Bologna non sono per niente soddisfatti«Non ravvisiamo nessun passo in avanti e addirittura non c’è alcuna abolizione del cottimo: insomma si tratterebbe di una disposizione incapace di intervenire sull’attuale modello organizzativo delle aziende, centrato sul massimo della flessibilità e dell’elusione delle regole del lavoro», scrivono i riders bolognesi sulla loro pagina Facebook.  

ciclofattorini che ci portano il cibo direttamente a casa lamentano di non essere stati contattati per formulare questa proposta. Inoltre, le nuove forme di sindacalismo metropolitano che rappresentano i riders non sono state riconosciute. «Nell’attesa di leggere la versione definitiva del testo, ci sentiamo di dichiarare con forza e determinazione che senza un pieno riconoscimento dei diritti che ci spettano non saremo soddisfatti. La mobilitazione, in ogni caso, ripartirà: perché il vero vento del cambiamento, quello di chi chiede diritti e dignità contro sfruttamento e precarietà, non lo fermeranno di certo né le multinazionali del cottimo, né un governo che pensa di potersela cavare con risposte del tutto inadeguate e inconcludenti», scrivono i riders bolognesi.

Dopo un ultimo incontro tra il sindacato dei ciclo-fattorini e il ministero dello Sviluppo Economico nel dicembre scorso, il governo si era impegnato a intervenire con una norma più forte a tutela dei riders. Ma quello che sarebbe dovuto essere un decreto diventò un emendamento, inserito dentro il decreto su quota 100 e reddito di cittadinanza e dichiarato poi inammissibile in entrambe le Camere. E nel frattempo, mentre le piattaforme online di servizio a domicilio continuavano a peggiorare le condizioni di lavoro, riders hanno continuato la loro lotta con scioperi e mobilitazioni contro un governo che, rinvio dopo rinvio, cestinava ogni possibilità minima di fare qualcosa di utile per il simbolo della cosiddetta “generazione abbandonata”, come li ha definiti impropriamente più volte il ministro del Lavoro Luigi di Maio. 

Foto: dalla pagina Facebook Riders Union Bologna

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