«Stronza». «Corrotta». «Fai schifo». «Bisognerebbe praticarle un TSO». Sono solo una parte dei commenti offensivi pubblicati nel gruppo Facebook “Attacchiamoci al tram” contro l’assessora alla Mobilità, Irene Priolo, e l’amministrazione comunale. Ma adesso basta: insieme al sindaco Virginio Merola, Priolo si è affidata a “Odiare ti costa”, la campagna che tutela le vittime di odio online nata dall’avvocata Cathy La Torre. Da domani partiranno trenta diffide verso gli “odiatori recidivi” con risarcimenti dai mille ai 50 mila euro, a cui potrebbe seguire una denuncia civile.

Negli ultimi mesi l’assessora è stata bersaglio di continui e pesanti insulti da parte di svariati profili Facebook contrari al progetto della linea tramviaria e che diffamano l’operato dell’amministrazione. «C’è una netta differenza tra libertà di opinione e critica e le offese rivolte alla persona. Non si può insultare in modo minatorio un’assessora per attaccare un’infrastruttura, questo comportamento non è degno di una città come Bologna. Il rispetto è la base di ogni vero cambiamento e con oggi prendiamo una posizione», ha dichiarato Merola.

I destinatari delle diffide sono gli “hater” seriali, quelli particolarmente attivi con commenti e ingiurie ripetuti. Sono per lo più persone bolognesi dai 50 ai 65 anni che abitano a Borgo Panigale e zone limitrofe. Le quote di risarcimento varieranno a seconda del peso e della visibilità dell’offesa causata e saranno valutate basandosi su una precisa scala di gravità. «Se le diffide non saranno sufficienti ci rivolgeremo all’ordine degli avvocati. La diffamazione è un reato penale ma noi per il momento abbiamo scelto di muoverci in sede civilistica perché vogliamo lanciare un segnale culturale. Nel caso in cui non fosse sufficiente, ci muoveremo anche in sede penale», ha spiegato l’avvocata. Gli eventuali proventi del risarcimento dovrebbero esser usati per l’apertura di un fondo per le vittime di odio in rete, con servizi di supporto psicologico e attività di educazione civica digitale.

“Odiare ti costa” è un progetto che agisce in base al principio che il senso di impunità che spesso vige online vada colpito partendo dal portafoglio. «Le offese hanno un costo. Non solo verso chi li riceve, ma soprattutto verso chi le pronuncia. Noi riteniamo che associare che associare un costo economico all’uso delle parole può essere un valido deterrente0», ha affermato La Torre.
L’assessora Priolo ha spiegato di vivere questa situazione con forte disagio. «Le critiche di merito sono le benvenute, ma quello che non riesco ad accettare è l’accusa di corruzione: i bandi fatti sono tutti pubblici e per la realizzazione del tram sono state fatte delle gare europee. Sono stanca dell’inquinamento della politica. Non si può pensare che se un progetto è difficile allora è per forza macchiato di corruzione», ha detto Priolo. L’assessora ha, inoltre, sottolineato come questo provvedimento legale sia una mossa per alzare il livello di confronto e migliorarlo: «E’ una battaglia di civiltà».

con la collaborazione di Rachele Baccichet

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