Violenza di genere, razzismo, disuguaglianze e precariato: sono stati i temi alla base dello sciopero femminista globale, promosso dall’associazione che riunisce diverse realtà femminili “Non una di meno”, che oggi a Bologna ha riunito in Piazza Maggiore tante persone, donne ma non solo, nella giornata internazionale della donna. La manifestazione è stata l’occasione per discutere e mettere in luce questioni legate alle gerarchie di genere e ai rapporti di potere. 

È il terzo anno consecutivo che l’associazione “Non una di meno” lancia la manifestazione, invitando la popolazione a protestare contro “l’alleanza tra patriarcato, razzismo e neoliberismo” interrompendo le attività lavorative a livello globale. Dal microfono posizionato in piazza del Nettuno per la manifestazione sono state tante le donne che hanno preso la parola questa mattina e il primo intervento di Non una di meno ha esposto le intenzioni della protesta: “Oggi stiamo vedendo un attacco alle nostre libertà, alla pretesa di non essere oppresse, stuprate, sfruttate, a quella di migliaia di uomini di muoversi liberamente attraverso i confini”. Lo sciopero si propone, inoltre, come “risposta politica all’ascesa delle destre in ogni parte del mondo, che mette in primo piano le libertà degli individui. 

                                

Tante le iniziative in piazza organizzate per l’occasione: sul Crescentone c’erano donne e uomini impegnati in incontri e allenamenti di arte marziale muay thai e boxe (attività in collaborazione con la Palestra Popolare Vag61) con lo slogan “Prendi a pugni il patriarcato”. C’erano, poi, un corso di yoga, lo spazio “scuola de-genere” per un’educazione libera da stereotipi e le lezioni a tema femminile tenute da professori universitari. 

Come ha sottolineato Marta di Non una di meno per il movimento l’educazione ha un ruolo fondamentale nel combattere differenze e violenze di genere. Era presente in piazza anche uno spazio dedicato ai bambini, “in cui farli giocare ma allo stesso tempo farli ragionare su questioni di genere con un linguaggio a loro accessibile”, ha spiegato l’organizzatrice del laboratorio. Fra le attività proposte c‘era quella di creare un personaggio a partire da un oggetto identificato di solito come maschile o femminile (una spada, uno zaino, delle scarpe), per evidenziare come “non sia importante il genere del personaggio ma l’impresa che dovrà compiere”. 

                                   

Altro tema importante per l’associazione e quindi per la manifestazione è stato il razzismo. In particolare, il movimento si dichiara fortemente contrario al decreto Immigrazione e Sicurezza Salvini che “fa la guerra alla libertà delle e dei migranti”, ha detto Non una di meno. Marta ha spiegato che “il movimento è nato contro la violenza strutturale, non solo intesa come stupri o femminicidi, ma anche come cosa trasversale a un sistema di dominio di potere. Crediamo che il capitalismo, il patriarcato e il razzismo siano strettamente collegati, e che non possa esserci un femminismo senza antirazzismo”. Sul palco della manifestazione è stato dato ampio spazio anche a molte donne straniere, di varie nazionalità, per essere a sostegno a coloro che si trovano in situazioni difficili in altri Paesi. 

Una parte dei partecipanti, inoltre, si è spostata sotto il palazzo della Regione Emilia-Romagna per protestare contro le politiche sull’immigrazione di Salvini. Il consigliere regionale della lega Marchetti ha commentato così le proteste: “Il solito teatrino organizzato dai soliti noti che non hanno nulla da fare durante il giorno. Una manifestazione partecipata da un manipolo di ragazzi che, strumentalizzando biecamente la Festa della Donna, hanno colto l’occasione improbabile per attaccare il ministro dell’Interno, Matteo Salvini”. 

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