A Bologna natalità alta grazie all’immigrazione: è stabile come negli anni ’70

Più di 3000 bambini nati nel 2018, a Bologna la natalità è come negli anni Settanta. Mentre in Italia il tasso di natalità è all’ultimo posto in Europa, nel capoluogo emiliano continuano a nascere tanti bambini: per la precisione, nel 2018 si è toccata quota 3.091. Lo confermano i dati pubblicati oggi dall’Ufficio comunale di Statistica del Comune di Bologna. Le madri sono soprattutto trentenni e 4 bambini su 10 sono figli di coppie non sposate, oltre 3 neonati su 10 hanno un genitore di nazionalità non italiana. «I dati confermano che Bologna sta costruendo il proprio futuro non solo con investimenti, innovazione e ricerca, ma anche mettendo al centro le famiglie, le persone e i loro progetti di vita in modo anche originale rispetto al trend nazionale. Si tratta di un risultato reso possibile da un sistema di servizi, imprese e lavoro che si è rafforzato negli ultimi anni superando la crisi e che sta crescendo ancora», ha dichiarato Davide Conte, assessore comunale al bilancio. 

Questo alto tasso di natalità a Bologna è superiore sia rispetto a quello medio regionale (7,4 nati ogni mille abitanti), sia al tasso di natalità nazionale (7,3 nati ogni mille abitanti), ma inferiore a quello dell’Unione Europea che si attesta a 9,7 nati per mille residenti. La natalità rimane quindi sui valori di fine anni Settanta, per Bologna relativamente elevati. Quasi quattro bambini su dieci sono nati al di fuori del matrimonio (1.212 bambini, pari al 39,2 per cento). 

Nel 2018 le madri avevano mediamente 33,7 anni, con un posticipo della maternità di tre anni rispetto al 1991, mentre nello stesso arco di tempo il rinvio per i padri è stato di quasi 4 anni arrivando a un’età media di 37,2 anni. Le madri sono soprattutto trentenni: la scelta riproduttiva avviene soprattutto tra i 30 e i 39 anni (63,7% delle madri). Un terzo delle madri ha tra i 30 e i 34 anni (32,8%), mentre il numero di donne che affrontano la maternità tra i 35 e 39 anni è progressivamente aumentato ed è quasi raddoppiato nell’arco degli ultimi vent’anni (dal 16,3 per cento del 1991 al 30,9 per cento nel 2018). Le madri tra i 25 e i 29 anni sono dimezzate: dal 30,9 per cento nel 1991 sono passate al 15,9 per cento, mentre i nati da donne over 40 sono il 12,7 per cento (erano appena il 2,8% nel 1991). 

Lo scorso anno sono nati 1.142 bambini che hanno almeno un genitore straniero, un valore di 6 volte e mezzo superiore a quello del 1992. Fra questi sono 795 i bambini di nazionalità straniera, che rappresentano oltre un quarto del totale delle nascite (25,7 per cento). Sono invece 347 i figli di coppie miste, che hanno pertanto cittadinanza italiana, pari all’11,2 per cento dei nati nel 2018. In sintesi oltre tre nati su dieci hanno almeno un genitore straniero (36,9 per cento).

Perché il tasso di natalità a Bologna è stabile

A Bologna la fecondità si mantiene abbastanza stabile a un livello relativamente discreto, ma la popolazione sta invecchiando e l’ingresso delle “millennial” (nate dal 1995 fino al 2010) non riesce a controbilanciare l’uscita delle “baby boomer” (persone nattra il 1945 e il 1959). Le donne in età feconda sono notevolmente diminuite: dalle oltre 102 mila del 1986, alle 82.756 del 2018, ben il 19% in meno. In questo periodo le più giovani risultano quasi dimezzate, con un calo del 46,4 per cento per le ragazze tra 20 e 24 anni, mentre le adolescenti tra i 15 e i 19 anni si sono ridotte del 44 per cento e le giovani donne tra i 25 e 29 anni sono circa un quarto in meno (-24,4 per cento). Tuttavia, l’immigrazione straniera ha rallentato la diminuzione delle donne in età feconda che a Bologna avevano raggiunto il minimo storico di 80.176 nel 2002. Considerando gli anni più recenti, la popolazione femminile è gradualmente risalita ai livelli di fine anni novanta con 82.756 donne nel 2018. Ciò è stato favorito, dall’apporto migratorio delle cittadine straniere in questa fascia d’età, che sono quasi triplicate tra il 2002 e il 2018 e attualmente sfiorano le 18.800 unità (oltre un quinto delle donne tra i 15 e i 49 anni in città; 22,7 per cento).

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