Reti da pesca srotolate in Piazza Maggiore in segno di accoglienza

Hanno intrecciato reti da pesca che diventeranno la scenografia per uno spettacolo in cui si discuterà di accoglienza, Mediterraneo, Fortezza Europa e diritti sospesi. E srotoleranno queste reti domani durante la celebrazione della festa patronale di San Petronio in un laboratorio dalle 11,00 in Piazza Maggiore. Sono le associazioni bolognesi che partecipano al progetto, ideato dal collettivo teatrale e artistico bolognese Cantieri Meticci, che riunisce una rete tra più realtà cittadine e nato per cercare di trovare una sistemazione degna agli ospiti del Centro di accoglienza (Hub) Mattei sgomberato prima dell’estate dal prefetto di Bologna Patrizia Impresa. 

Cantieri Meticci nacque proprio davanti all’Hub nei giorni della chiusura, quando Bologna ebbe come uno shock, a cui però seguì una attivazione, una connessione tra i soggetti più diversi per aiutare quegli ospitid che non volevano essere trasferiti in Sicilia. «Da questa prima scossa, da questa prima connessione nacque l’idea di continuare con iniziative culturali ed artistiche che aiutassero il formarsi di una rete in grado di fare esprimere alla città di Bologna un’accoglienza diversa», spiegano in un comunicato Cantieri Meticci che ne discusse subito con l’Arcivescovo Zuppi e con l’Associazione delle Famiglie Accoglienti. 

Da questo primo nucleo l’idea è stata poi sposata da Arci Bologna, Avvocato di Strada Onlus, Mambo, Mercato Ritrovato, da alcuni professori universitari come Federico Condello e Federica Zanetti, da scrittori come Eraldo Affinati ma anche da Kilowatt, Le Serre Dei Giardini Margherita, Montagnola Bologna, Binario69, CampiAperti, Cassero LGBTI center, DAMSLab, l’Università di Bologna, la Casa di Khaoula e molte altre. Da questa grande rete sono nati quindi oltre 20 laboratori comunitari nelle strade, nei parchi, nelle piazze in cui si sono messe al centro dello spazio grandi reti da pescatori, poi ci si è seduti in cerchio, e tutti insieme hanno iniziato ad intrecciare stoffe, a fare nodi, a trasformare le reti in mappe collettive mentre, nel frattempo, ci scambiavamo anche pensieri, testimonianze, canti e scritture. 

Le reti che ne sono nate equivalgono a grandi mappe sia geografiche e che di visioni diverse ma scaturite da temi quali: AfricaMediterraneo, migranti, l’Europa, diritti umani e Bologna città che accoglie. 

«Tali reti cucite collettivamente ora sono diventate la scenografia dello spettacolo Portici Aperti in cui attraverso il mito di Iside vogliamo ragionare di una tensione verso la cura dell’Altro che nelle nostre pratiche quotidiane vediamo incarnate soprattutto da giovani donne», si legge nel comunicato 

Domani dalle 11,00 tali reti saranno srotolate in piazza Maggiore, insieme con un’ultima grande rete di stoffe che disegna la mappa di Bologna, per essere decorata durante tutta la giornata, da chiunque vorrà sedersi e intessere un po’ di sé, dei suoi pensieri e dei suoi racconti nel fitto intreccio di tessuto, nodi, poesie e testimonianzeguidato dagli attori di Cantieri Meticci. Questo grande laboratorio di piazza condurrà allo spettacolo finale delle 19.00, in cui le voci e i corpi degli attori di Cantieri Meticci si mescoleranno alle reti per ricordare e celebrare il cuore accogliente della città.  

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