“Archivio Aperto”, omaggio al regista migrante Jonas Mekas 

Il regista migrante lituano Jonas Mekas e il suo passato come simbolo delle storie di migliaia di rifugiati di oggi aprono la XII edizione di “Archivio Aperto”, una rassegna di Home Movies (Archivio Nazionale del Film di Famiglia) che proporrà il suo patrimonio di documenti audiovisivi amatoriali, familiari e inediti e che si inaugura oggi e che resterà fino al 7 Dicembre nell’Istituto Storico Parri in via Sant’Isaia, 18. 

I “film di famiglia” «rappresentano la storia raccontata dal basso, dagli umili», sostiene Paolo Simoni, il curatore di Home Movies e direttore artistico dell’evento, ma sono anche «un occhio sul Novecento, un fattore essenziale per diffondere la conoscenza storica» per Giacomo Manzoli, presidente dell’Istituto per la Storia e le Memorie del Novecento Parri«Molti si lamentano della mancanza di conoscenza storica nei giovani ma poi non si aggiornano e non gli vanno incontro per colmare questa falla», ha continuato Manzoli che, inoltre, ha sottolineato che “Archivio Aperto” sia «l’occasione giusta per farlo». La rassegna nasce nel 2002 a Bologna per «salvare e trasmettere un patrimonio audiovisivo nascosto e inaccessibile» e presenta una lunga documentazione sulla storia del ‘900. 

L’edizione di quest’anno sarà dedicata alla memoria di Jonas Mekas, regista scomparso questo gennaio noto principalmente per la sua importanza nella storia del cinema come pioniere del “New American Cinema” ma di cui meno si ricordano le origini contadine. Nel suo passato fuggì dalla sua terra natale, la Lituania, nel 44 per colpa di nazisti e sovietici, finì in un campo di lavoro ad Amburgo e dopo nei campi profughi per gli ex prigionieri di guerra e infine approdò a New York. Proprio nel 49, all’arrivo negli Stati Uniti, l’autore acquista la sua prima cinepresa e crea inconsapevolmente il “diary film”, un genere in cui la telecamera diventa un “prolungamento del proprio corpo” ed in cui si riprendono gli eventi quotidiani, anche quelli più piccoli ed ordinari.  

A questi documenti, al diario “had nowhere to go”, che racconta la sua vita dal campo di lavoro in Germania fino ai primi anni a New York, e a tante altre sue opere sarà dedicata la prima giornata della rassegna. L’idea di Paolo Simoni e della Home Movies è quella di «rendere attuali ed universali i temi della sua narrazione»  e per questo ci saranno installazioni video, sculture ambientali e narrative, selezioni musicali e letture che riprendono e rielaborano i suoi lavori. Non mancano però le proiezioni di sequenze registrate dallo stesso Mekas in America in pellicola 16mm, elemento mantenuto per “immettere nuovamente nel circuito contemporaneo la tradizione cinematografica”.  

Nelle altre giornate seguiranno poi workshop, dibattiti e proiezioni sul resto dell’archivio con autori altrettanto famosi nella scena indipendente come Boris Lehman, regista sperimentalista belga.  

Condividi