Posto qui un pensiero che ho da tempo, “stuzzicato” anche da un’assemblea oggi in centro a Bologna sulla crisi. Sinceramente, io da anni non capisco una cosa: supponiamo che io vi rubi 50 euro, voi giustamente chiamate i carabinieri e mi arrestano. Ma se io vi vendo una cosa a 50 euro, che magari a me ne costa 5, stranamente il furto si chiama “commercio”. Si può obiettare che nessuno costringe a comprare, e io cito le tante caste che controllano il mercato. Non sei obbligato a comprare le medicine, ma come fai senza?

Parlando della crisi, noto la rabbia della gente ad esempio contro gli immigrati, e mi pare la guerra dei poveri. Con gli italiani che dicono:”Noi abbiamo lavorato!” Non ho dubbi che hai lavorato e mi tolgo il cappello, ma se hai fatto i soldi è perché un sistema te l’ha permesso, un sistema occidentale che ha sempre sfruttato il Terzo Mondo, perché se fossi nato lì e avessi lavorato 14 ore al giorno per 15 dollari al mese, non avresti quello che hai.

Non sono un economista, ma credo che non sia una crisi temporanea. E’ andato in crisi un sistema. Lo prova il fatto che non è in crisi la produzione. Sono in crisi i consumi, perché il Giappone produce tantissimo, ma non vende, e il problema è lì. E’ andato in crisi un sistema economico, che di giusto e onesto ha sempre avuto poco o niente, perché se uno ha una macchina da 80.000 euro è semplicemente perché c’è qualcuno dall’altra parte del mondo che muore di fame. E’ semplicissimo, lo capirebbe un bambino. Naturalmente non ho risposte, ma già porre le domande significa qualcosa. 

Condividi