Bologna si canta vittoria. Degli oltre 150 migranti ospiti al centro di accoglienza (hub) di via Mattei, che il Prefetto di Bologna Patrizia Impresa (d’accordo con Matteo Salvini) ha voluto chiudere “momentaneamente” per lavori di ristrutturazione, solo 39 saranno trasferiti a Caltanissetta. Gli altri sono stati smistati tra i Cas (Centri di accoglienza straordinari) della regione Emilia-Romagna e alcune strutture Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Cittadini, organizzazioni sindacali, persone che lavorano nell’accoglienza, sindaco, consiglieri, assessori si sono mobilitati tutti nelle ultime ore per combattere la decisione del Prefetto di trasferire i migranti al Sud, in Sicilia. Una decisione che viene dal ministero dell’Interno e che ha più conseguenze: un futuro ancora più incerto per i migranti, la perdita di posti di lavoro per gli italiani che lavorano nell’accoglienza e il possibile vagabondare per le strade dei richiedenti asilo che non accettano di trasferirsi in Sicilia.

La scelta di sgomberare l’hub di via Mattei è arrivata dall’alto quasi come d’urgenza tanto che ha stupito molte persone in una città che fa dell’accoglienza una medaglia. «Dopo molte ore di preoccupazione, abbiamo vinto una battaglia ma non è finita qua lo sappiamo. Comunque la pensiamo e la pensiate politicamente stiamo parlando di persone. Esseri umani. Donne, uomini e bambini, famiglie», ha scritto su Facebook l’assessore comunale alla Cultura Matteo Lepore 

Una battaglia è vinta perché Bologna dimostra di essere al fianco degli ultimi. Ma la posta in gioco è alta. È la guerra tra l’umanità e l’odio contro i migranti messo in piedi dal governo giallo-verde. Proprio oggi il vicepremier leghista ha annunciato che il Cara di Mineo, centro per richiedenti asilo in provincia di Catania, chiuderà entro metà luglio. «Grazie ai porti chiusi abbiamo svuotato i grandi centri come Cona e Bagnoli in Veneto e Castelnuovo di Porto a Roma. Ora è il turno di Mineo», ha commentato Salvini. E se due più due fa quattro il ministro premerebbe per chiudere anche quello di Bologna. Per ora il Prefetto (che dipende proprio da Salvini) ha annunciato che l’hub di via Mattei viene chiuso solo per l’estate per una ristrutturazione. Attendiamo che passi l’estate e il tempo ce lo dirà.

Basta solo un po’ di logica per capire che l’intenzione populista del ministro è prendersela con i più deboli e chi prova ad aiutarli. Ma non solo. Se la prende molto spesso anche con gli intellettuali pro migranti perché sa benissimo che aizzare il “popolino” contro di loro ha sempre funzionato per avere consensi. E ci sta riuscendo molto bene. Lo si può notare dall’odio dilagante contro chi non è italiano e contro scrittori, giornalisti, musicisti e conduttori diventati capri espiatori dei suoi comizi quotidiani in giro per l’Italia. 

Ma Bologna, città della cultura e della subcultura, non ci casca. Grazie alle mobilitazioni di questi giorni è stata scongiurata almeno in parte l’operazione di trasferimento e “deportazione” dei migranti ospiti dell’Hub di via Mattei. «Oggi possiamo dire con soddisfazione che Bologna lancia un segnale molto forte, un segnale di solidarietà e accoglienza, di una comunità che si stringe per respingere gli effetti di una legge (legge Sicurezza e Immigrazione di Salvini) razzista e discriminatoria. E questo è solo l’inizio: continueremo a lottare insieme per rispondere ad ogni tentativo di attacco ai danni di chi, ogni giorno, lavora per costruire un futuro migliore per migranti e italiani», ha scritto l’associazione Arci di Bologna sul suo profilo Facebook poche ore fa. 

 

Foto: Arci Bologna pagina Facebook

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