Bandire all’editore sovranista Altaforte legato ai fascisti di Casapound la sua presenza al Salone del libro di Torino in cui presenterà un libro-intervista a Matteo Salvini sarebbe un bel calcio nel sedere al ministro dell’Interno e a tutti i suoi seguaci che si salutano con il braccio destro teso come nel ventennio fascista. Un messaggio per dire: Torino (e l’Italia) è democratica e antifascista a quelle persone che sono o che comunque si sentono fascisti. Molti di loro sarebbero nostalgici di un periodo mai realmente vissuto e forse (sottolineo forse) solo studiato dai libri di storia a scuola. Più probabile che le gesta di Mussolini questi le abbiano “studiate” dai famosi “meme” sui social network. Tuttavia, il libro che Altaforte Edizioni presenterà al Salone del libro di Torino si chiama “Io sono Matteo Salvini-Intervista allo specchio”. Un libro sul ministro dell’Interno italiano che, secondo in sondaggi, piacerebbe a più di un terzo degli elettori del nostro Paese. Non è un libro su Mussolini (anche se l’imitazione è chiara, è inutile prendersi in giro).

Siamo in democrazia e tutti avrebbero il diritto di presentare un libro a meno che non abbia contenuti che ledano i diritti delle persone. Qualcuno lo avrà pur letto sto libro per averlo accettato al Salone del libro più famoso d’Italia? Ognuno è libero di non partecipare alla fiera come per esempio il fumettista ZeroCalcare che si è ritirato proprio per la presenza dell’editore Altaforte. E ognuno è libero di andarci e affrontare il nemico come, invece, farà la scrittrice Michela Murgia, che non vuole che il Salone del libro resti in mano ai fascisti.

Spetta, dunque, solo a noi lasciare vuoto e solo quel misero stand nero di tristezza e riempire invece quelli che promuovono cultura e creatività con abbracci e sorrisi. Cosa volete che ci sia di creativo in un’intervista a Salvini? Non ho letto il libro, dunque non posso giudicarlo, ma da un editore sovranista che esce con un libro-intervista su Salvini (che ben sta rappresentando i neofascisti italiani) cosa ci possiamo aspettare? Non sarà forse il solito slogan “prima gli italiani” concentrato in un libro? Non sarà forse un elogio propagandistico al leghista prima delle elezioni europee?

Quello su cui davvero dobbiamo domandarci è il legame tra i neofascisti e il ministro dell’Interno. Se consideriamo i sondaggi, gli italiani non lo stanno capendo. O, se lo hanno capito, più di un italiano su 3 ha idee fasciste. Preoccupiamoci sì della presenza di un editore sovranista e dichiaratosi fascista al Salone del libro di Torino, ma preoccupiamoci di più delle fake news di propaganda su internet. Sono le bufale che girano su Facebook, Instagram, Twitter e Whats app che influenzano i pensieri e il voto. L’italiano medio (ainoi) legge i social, non i libri.  Tutta questa polemica sulla presenza dei fascisti al Salone del libro non può solo tramutarsi in pubblicità a un libro che avrebbe venduto copie solo a 4 quattro militanti di Casapound? 

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