Invece di rappresentare i coltivatori italiani, ieri la Coldiretti ha rappresentato la politica. E con la scusa dell’italianità, del made in Italy e del prodotto di qualità, sul palco dell’evento “Villaggio del contadino” tenutosi dallo scorso venerdì fino a ieri a Bologna, la Coldiretti ha ospitato l’ex ministro leghista Matteo Salvini. Il leader verde ha presentato, tra un selfie e un altro selfie, insieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini, niente po’ po’ di meno che «una nuova passione degli italiani», le “conserve sovraniste”.

In conclusione del Villaggio del contadino, per il quale (ricordiamo) i venditori ambulanti del mercato della Piazzola non hanno potuto lavorare, c’è stato  (addirittura) “il primo Cooking Show sovranista”. Sì, l’hanno chiamato proprio così. «Un’esibizione per svelare i segreti del fai da te con dimostrazioni pratiche ed il contributo di sfogline nella preparazione, dalla passata di pomodoro alle marmellate di frutta fino ai sottaceti ma anche i segreti della pasta fatta in casa», hanno spiegato dalla Coldiretti. Si può ben capire l’orgoglio di avere una cucina tra le migliori del mondo (quella italiana), ma mischiare il faticoso lavoro dei contadini con lo “stancante lavoro” dei selfie e delle partecipazioni ai vari Papeete beach dei politici stona e puzza un po’ come un brodo di pollo in frigo da giorni. 

Di questo grande mercato che si è tenuto lo scorso fine settimana a Bologna con prodotti buoni e di qualità (ma non per tutte le tasche) è nato anche un hashtag  #iostocoicontadini che, con l’ospitata del sovranista Matteo suona un po’ come lo slogan “prima gli italiani” dimenticandosi che a raccogliere i pomodori sotto al sole estivo nelle campagne italiane ci sono anche tanti migranti (non italiani) pagati meno di 2 euro all’ora.

Inoltre, l’associazione contadini-sovranismo fa leggermente paura. Non molti sovranisti sanno che il fascismo nacque negli anni Venti dalle insurrezioni proprio dei contadini dell’Emilia-Romagna che si ribellarono contro uno Stato che non li tutelava abbastanza. Fin quando poi arrivò un “sovranista” che, con la scusa dell’italianità, plagiò le menti della povera gente con una propaganda infima che studiamo ancora sui libri di storia. 

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