“Un viaggio chiamato adozione”, un libro sulle emozioni e difficoltà nell’adottare un bambino

Dalle storie delle coppie adottive raccontate fra ostacoli ed emozioni nasce “Un viaggio chiamato adozione”, il nuovo libro dell’associazione di volontariato Ernesto curato dall’avvocato Alessia Maria Di Biase, referente per le adozioni internazionali della sede di Gaeta dell’associazione. Il libro, già acquistabile online tramite il sito dell’ente, è una raccolta di testimonianze di genitori che hanno scelto di adottare un bambino in Ungheria con l’aiuto dell’associazione, nata proprio per facilitare il percorso di adozione all’estero. 

Nel libro “Un viaggio chiamato adozione” sono i genitori stessi a raccontare quelle che sono le difficoltà del procedimento adottivo all’estero, ma anche la grande felicità e le forti emozioni legate all’arrivo di un figlio. Le coppie condividono con i lettori tutto il viaggio affrontato: la decisione, i passaggi burocratici, gli incontri psicologici, i problemi legati all’accoglienza di un bambino straniero, la scelta dell’ente, il primo colloquio, la paura e la gioia del primo incontro. «E’ davvero emozionante rileggere le storie, delle coppie che abbiamo accompagnato in Ungheria. L’autrice entra nel mondo delle adozioni con competenza, amore e attenzione ai sentimenti», ha commentato Morena Grandi, presidente dell’associazione Ernesto. 

L’ente di volontariato offre servizi di informazione e orientamento sul procedimento dell’adozione internazionale e si occupa di accompagnare le coppie che intendono adottare un minore in Ungheria. L’associazione, con sede operativa ad Imola, è stata creata nel 2003 da una coppia di genitori che dopo aver adottato un figlio ha deciso di impegnarsi a favore dei bambini abbandonati e delle coppie che intendono intraprendere lo stesso percorso. Altri genitori hanno poi abbracciato la causa e hanno permesso all’associazione di crescere, anche con l’aiuto della Comune, dell’associazione sindacale CGIL, della Fondazione Cassa di risparmio di Imola e del Consolato onorario Ungherese di Bologna. 

Inoltre, la copertina del libro, un disegno di una madre con la figlia, è stata realizzata da alcuni studenti della scuola secondaria “Principe Amedeo” di Gaeta, nell’ambito di un progetto della stessa associazione in occasione della giornata internazionale dell’infanzia.

Condividi