Progetto Calamaio, una canzone rap della scuola media Saffi per superare le diversità

La musica è un mezzo potente per riuscire a mettere in relazione le persone. Ne sono convinti gli animatori del “Progetto Calamaio”, che anche quest’anno hanno condotto un laboratorio di musica hip hop con i ragazzi delle scuole medie Saffi. Nato dalla Cooperativa Accaparlante di Bologna, da oltre trent’anni il “Progetto Calamaio” propone percorsi di incontro e valorizzazione delle diversità e lo fa attraverso un gruppo di persone fatto di educatori e animatori con disabilità. Sono proprio questi ultimi i protagonisti del progetto, poiché, con i loro colleghi, assumono il ruolo attivo di educatori e mettono il proprio deficit al centro delle attività proposte, trasformando così creativamente la difficoltà in risorsa e accompagnando i partecipanti alla scoperta e alla relazione con l’altro.

E quale miglior modo per avvicinarsi ai giovani se non attraverso la musica? Partendo da questa idea gli animatori, guidati dall’educatore Marco Sarti e dal suo collega Camilo De La Cruz, hanno condotto un laboratorio con la classe 3A delle scuole medie Saffi, dalla metà di novembre fino a fine dicembre. Dopo uno studio approfondito della cultura hip hop e delle sue discipline è partita la fase di stesura del testo rap scritto dagli stessi studenti, stimolati dalla scrittura creativa in rima.

«All’inizio i ragazzi erano un po’ restii, ma col tempo la curiosità è cresciuta, essendo il genere di musica che ascoltano di più. Il coinvolgimento è andato crescendo nella fase di stesura e di registrazione del pezzo», dice  Sarti.

Il risultato è “Figlio della strada”, un brano che racconta la vita quotidiana dei ragazzi nel loro quartiere, il Pilastro. Non per niente il nome scelto per il gruppo è “Pillar”, traduzione inglese di pilastro. «Il progetto ha rappresentato sicuramente anche un’occasione per far sì che i ragazzi parlassero di sé e delle loro realtà e un modo di conoscersi meglio e relazionarsi tra di loro», continua l’educatore.

Non solo, l’idea di un percorso che porti a conoscere in maniera approfondita la storia della musica hip hop ha anche lo scopo di non fermarsi in superficie ma andare oltre. «L’idea è quella di non far cadere i ragazzi nei luoghi comuni del genere, come il tema dei soldi, il sessismo e l’uso di parolacce», conclude Sarti.

E ascoltando il testo di “Figlio della strada” pare che l’intento sia stato raggiunto.

 

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