Setole di scope, pellicole in pvc, reti colorate, pet di bottiglie, vecchie cover di cellulari tutte da indossare; così essere alla moda diventa essere sostenibili. E a dimostrarlo saranno trenta studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna con “Plastic Fashion remix”, una sfilata di 30 abiti realizzati con materiali di riciclo che dalle 18 di sabato 14 animerà Piazza della Mercanzia. Il progetto nasce da una proposta lanciata da Gallery Holding, società leader nella vendita al dettaglio che in Italia gestisce più di 130 negozi di brand internazionali,e da Veronesi Namioka, uno studio di comunicazione culturale italo-giapponese che ha sede a Bologna.

La richiesta era quella di pensare a un’idea che unisse, facendo da filo rosso, i sei marchi che si affacciano su Piazza della Mercanzia con i loro rispettivi negozi. I brand in questione sono Brooks Brothers, Napapijiri, North Sails, Roy Rogers, Superdry e Timberland. Veronesi Namioka ha individuato come punto in comune fra tutti sei l’attenzione alla sostenibilità e l’uso nella propria filiera produttiva di materiale plastico riciclato. Proprio per questo lo studio ha poi deciso di stilare un accordo con la facoltà di fashion design dell’Accademia di Belle Arti: la creazione di abiti realizzati dagli studenti del terzo anno con plastica di scarto fornita dallo studio stesso. I giovani aspiranti stilisti provengono da diverse parti del mondo (Italia, Mongolia, Iran, Cina, Romania, Cuba e Venezuela) e proprio per questo lo stile dei vestiti dà forma ad un linguaggio eterogeneo che va da maschere tribali ad abiti pop, da odalische di setola a trecce plastiche.

Oltre ad essere stata un’opportunità per gli studenti di esprimere il loro estro creativo, l’iniziativa potrà essere anche una possibilità di farsi notare dal settore della moda. In occasione della sfilata verranno premiati gli abiti più meritevoli e ai primi tre classificati sarà consegnata una borsa di studio di 2000, 1000 e 500 euro, finanziate da Gallery Holding. Inoltre, durante l’evento il pubblico potrà vedere all’interno dei sei negozi interessati una mostra fotografica che racconta come le aziende utilizzano il materiale plastico di scarto nei loro prodotti e quali sono le loro proposte sulla sostenibilità.

La plastica rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto, sui fondali e sulle spiagge del Mediterraneo e spesso la fauna marina ne rimane ferita o intrappolata. «Non sono più tempi di progettare per la grande industria. Oggi dobbiamo essere in grado di conservare e rigenerare ciò che vogliamo mantenere anche per le generazioni future», ha affermato il professor Enrico Fornaroli, direttore dell’Accademia. Il progetto ha ricevuto il patrocinio del Comune di Bologna Quartiere di Santo Stefano, la cui presidente, Rosa Amorevole, ha sottolineato: «Per ora il nostro territorio si è concentrato per lo più sulle soggettività e mai abbastanza sulle reti di esperienze diverse di studio, arte e mercato. Non ha ancora sviluppato un modo di promuovere un settore che possa costruire un vero polo economico che possa dare lavoro in regione. Questa sinergia fra istituzioni pubbliche, accademia e privati può essere un valido punto di partenza».

con la collaborazione di Rachele Baccichet

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