«A Bologna sono rinato. Nonostante io sia di Brescia e residente a Milano, mi sento anche bolognese». Lo dice apertamente il cantante rock solista e leader dei Timoria Omar Pedrini alla Gazzetta di Bologna quello che tra le righe è scritto anche nel suo libro autobiografico “Cane sciolto” uscito il 30 settembre scorso nella sua terza edizione redatto insieme al giornalista Federico Scarioni. Nella foto di copertina Omar Pedrini è a petto nudo come quasi volesse rivelarsi, affrontarsi, “mettersi a nudo”. Si notano le cicatrici che ha sul petto dovute alle sue 3 operazioni al cuore fatte proprio all’ospedale S. Orsola di Bologna. Che Pedrini abbia la “dotta” nel cuore non è dunque solo una metafora. Lo si capisce anche dalla canzone “Freak Antoni” contenuta nel suo ultimo album “Come se non ci fosse un domani”. Il brano è dedicato al suo amico bolognese cantante degli Skiantos venuto a mancare nel febbraio del 2014, ma è anche un inno personale alla città di Bologna. «Nella canzone racconto la mia storia con questa città che parte dagli anni Novanta. Bologna era l’ombelico dell’Italia, era la città dove tutti noi musicisti ci trovavamo spesso. È una città di grandi cantautori, di studi di registrazione, di band musicali che passano, si fermano, vanno via, ma poi ritornano. È sempre stata un crocevia di artisti e musicisti», racconta Pedrini.

Il cantante bresciano racconta di Bologna come se fosse una città a cui è legato moltissimo. Per il leader dei Timoria, il capoluogo emiliano è la “dotta” anche perché è sinonimo di Umberto Eco che – racconta il cantante – a Bologna ha dato vita, insieme ad altri grandi intellettuali, al dipartimento universitario delle Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (Dams) che poi ha contagiato altre città universitarie. Ma soprattutto per il leader dei Timoria Bologna è la «contro-dotta», ovvero la città della contro-cultura.

«Da non bolognese, l’ho sempre vista come una città che osava e sperimentava sempre nella musica, nel teatro e nella cultura a tutto tondo», racconta Pedrini.

Il cantante rock ringrazia apertamente l’assessore all’Economia e promozione della Città, Matteo Lepore, per quel giorno in cui si sono ritrovati con il sindaco Virginio Merola egli Skiantos a inaugurare la statua di Freak Antoni al parco del Cavaticcio nel giugno scorso. «Mi piace vedere che Bologna abbia un assessore così vicino alla cultura, ma in questo caso – mi permetta Lepore – è anche “assessore alla contro-cultura”», dice Pedrini.

Bologna riesce bene, dunque, a ricucire quelle ferite al petto, quelle cicatrici  che Pedrini stesso definisce “le pagine del suo diario”.

[Le foto pubblicate sono state gentilmente concesse da Omar Pedrini]

Condividi