Con quasi 80 mila voti l’antico stabilimento termale di Porretta Terme, nel Bolognese, arriva terzo nella classifica nazionale de “I Luoghi del Cuore” 2018, la nona edizione del censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo. E con la medaglia di bronzo arrivano anche 35 mila euro che aiuteranno il luogo a rinascere dopo vent’anni di abbandono. Le antiche terme si trovano alle pendici del Monte della Croce, nell’Appennino bolognese, e nell’Ottocento ebbero un grande impulso con la costruzione della ferrovia. All’interno delle terme alte si trova la Sala Bibita, detta anche “Grottino Chini”, che contiene un capolavoro: le sue pareti sono rivestite da migliaia di piastrelle in maiolica realizzate a inizio ‘900 da Galileo Chini, il più importante esponente italiano del periodo liberty. Eppure tutto il complesso, versa in stato di forte degrado causato da una generale incuria. La raccolta voti è dunque diventata occasione per pensare a progetti e attività di rilancio dell’intero territorio. La partecipazione al censimento sta inoltre portando alla creazione di un Gruppo FAI Appennino Bologna, composto da rappresentanti di tutti i comuni coinvolti, che promuoverà in maniera attiva la missione del FAI nel territorio dell’Appenino.
L’intervento sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo è ancora da definire, anche perché non è ancora del tutto chiara la proprietà del “Grottino Chini”. Se questo risultasse di proprietà pubblica sarebbe possibile per il Comune stipulare un accordo con la Regione Emilia Romagna, che metterebbe a disposizione uno stanziamento di 10o mila euro per il suo recupero. L’individuazione del progetto che verrà sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo dovrà pertanto tenere conto dell’esito di questi importanti sviluppi.
Grazie al contributo “I Luoghi del Cuore” di 5 milaeuro, in Emilia Romagna il FAI sosterrà anche il progetto di restauro della statua della Madonna con il Bambino detta del Rosario del 1761 attribuita allo scultore Angelo Gabriele Piò (1690-1769) e situata nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Pieve di Cento. L’opera fu gravemente danneggiata durante il sisma del 2012 a causa del crollo della cupola.
con la collaborazione di Rachele Baccichet
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