“La Valle dell’Eden”, all’Arena del Sole un’opera imponente ed essenziale

Un clima di segretezza e mistero circonda “La Valle dell’Eden”, nuovo spettacolo teatrale dell’Arena del Sole di Bologna tratto dal romanzo di John Steinbeck che andrà in scena dal 6 al 17 novembre diviso in due atti. Tutti gli addetti ai lavori, dal regista alla drammaturga fino agli attori, tengono la bocca ben cucita, ma qualcosa è comunque trapelato tra le righe e le reticenze. La produzione sarà imponente, essenziale nella scenografia ma molto ambiziosa anche a partire da una programmazione particolare. Il 6, 7, 8 e 10 novembre sarà possibile assistere al primo atto, nei giorni del 13, 14, 15 e 17 il secondo. Il 9 e il 16 novembre l’Arena del Sole riunirà i due atti in un unico spettacolo della durata di circa sette ore. Bologna è stata scelta per il debutto di una tournée che toccherà anche Prato, Perugia e Roma. È, inoltre, la prima volta che il romanzo “La Valle dell’Eden” viene adattato e rappresentato nei teatri italiani.  
 
La riduzione dell’opera di Steinbeck, che ha fatto guadagnare al suo autore il premio Pulitzer nel 1962, è durata per ben due anni. La drammaturga Linda Dalisi e il regista Antonio Latella hanno fatto un lavoro di sfrondamento a partire da un romanzo che conta più di ottocento pagine. «La nostra versione è molto fedele all’originale, anche se abbiamo dovuto tagliare alcune sottotrame», ha dichiarato Dalisi. «A noi interessa soprattutto l’essenzialità». 
 
Arrivare al cuore del romanzo sembra anche la preoccupazione del regista Antonio Latella, che ha messo la parola al centro della sua visione. A partire da questo, ha fatto capire quale sarà la sua idea di messa in scena: un uso moderato delle luci e un’ispirazione che proviene dal film “Dogville” di Lars von Trier. La pellicola del regista danese rappresentava gli attori all’interno di una scenografia disegnata col gesso, bianco su nero.    
 
La storia de “La Valle dell’Eden”, ambientata in California nei primi anni del Novecento, è una saga familiare che tocca temi come la Guerra Civile Americana, il vagabondaggio e il libero arbitrio. La parola, per Steinbeck, è intesa come un testamento, sia nel suo significato biblico che in quello della successione dei beni. «Mi sono accorto che ogni volta che nel libro compare un’eredità succede qualcosa, e può essere una maledizione», ha dichiarato Latella. «Il testamento è qualcosa che ti fa confrontare con ciò che eri e ciò che sarai». L’opera di Steinbeck comprende anche numerosi rimandi all’Antico Testamento, dalle lunghe dissertazioni filosofiche su Caino e Abele fino alla parola ebraica “Timshel” (“Tu puoi”) che conclude il romanzo, sottolineando la libertà dell’essere umano di scegliere tra il bene e il male. Non è necessariamente una visione rassicurante del mondo: Steinbeck insinua che siamo tutti figli di Caino. 
 
L’Arena del Sole sembra tenere molto a questo spettacolo, tanto che ha organizzato, negli ultimi mesi, diversi eventi collaterali per far entrare il pubblico all’interno di un’opera che si preannuncia ambiziosa e complessa. Una serie di letture del romanzo integrale, tutt’ora in corso, sono cominciate in gennaio e hanno toccato vari luoghi della cultura bolognese, dalla stessa Arena, al MAMbo alla Biblioteca dell’Archiginnasio. In occasione del debutto de “La Valle dell’Eden” il 6 novembre nella sala Cervi della Cineteca di via Riva Reno 72 verrà proiettato il film “Il petroliere”. La pellicola sarà introdotta da Sergio Lo Gatto, critico teatrale e collaboratore del teatro bolognese. Il film di Paul Thomas Anderson ha numerose similitudini con il romanzo di Steinbeck, a partire dall’ambientazione che copre lo stesso periodo storico fino ai riferimenti all’Antico Testamento. 

con la collaborazione di Davide Giorgi
 

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