Donne e sport, «ci sono ancora discriminazioni»

Gli stereotipi e i pregiudizi condizionano la riflessione sulle donne che praticano sport. E allora c’era bisogno di un libro. È stata la necessità avvertita da Silvia Lolli Gioia Virgilio, curatrici di “Donne e sport. Riflessioni in un’ottica di genere”, edito nel 2018 da I Libri di Emil. Il volume è composto da quattro incontri con altrettante atlete che hanno segnato la storia dello sport femminile in Italia. Dall’atleta di salto in alto Sara Simeoni alla campionessa paralimpica sui 100 metri piani Martina Caironi. Ieri pomeriggio, al Centro delle donne di Bologna, è stato presentato il libro dall’Associazione femminista Orlando di Bologna in cui erano presenti, oltre alle curatrici, anche la giornalista Paola Gabrielli, la responsabile del corso di Etica e Politica di genere dell’associazione Orlando Raffaella Lamberti, la campionessa mondiale di nuoto di fondo che ha conquistato il bronzo a giochi di Londra del 2012 Martina Grimaldi ed Emanuela Pierantozzijudoka e pluricampionessa olimpica.  

Per affrontare il tema, Pierantozzi ha mostrato il video promozionale del torneo di judo femminile che si è tenuto lo scorso anno a Roma. “Il judo si tinge di rosa” oppure “il judo vi fa ancora più belle” sono dei messaggi che hanno fatto andare su tutte le furie la campionessa olimpica. Così ha voluto creare un video che mandasse un altro messaggio: “Be as you are. Do Judo”. «È un dibattito di cui c’è bisogno – ha affermato Pierantozzi – io credo che le donne nello sport affrontino più difficoltà rispetto agli uomini. Soprattutto nella fase di transizione alla fine della carriera: in Italia non c’è una cultura istituzionale che aiuti l’atleta in un momento così delicato». 

Anche Martina Grimaldi ha parlato di futuro, nonostante sia ancora in piena attività agonistica. La campionessa bolognese appartiene alla squadra delle Fiamma Gialle, che definisce “una seconda famiglia”. «Una volta finito – ha detto nella conversazione con Paola Gabrielli – mi piacerebbe insegnare il nuoto e trasmettere la mia passione ai più piccoli». 

Tutte d’accordo nel riconoscere come il mondo dello sport (con le dovute differenze a seconda dei casi) sia ancora pieno di discriminazioni di genere. Il libro di Lolli Virgilio, che vuole offrire una visione di insieme, si dimostra una lettura necessaria. Soprattutto se un giornalista può permettersi di domandare a un’allenatrice di calcio se i suoi ragazzi si mettono i pantaloni durante le discussioni nello spogliatoio.

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