Al Pilastro la nuova “Fattoria Urbana”, un’oasi verde nella periferia di Bologna

Tradizione, innovazione e relazioni umane si incontrano nel rione periferico del rione Pilastro nel Quartiere San Vitale-San Donato a Bologna. Nella “Fattoria Urbana” di via Pirandello, 3 ieri il presidente del circolo Arci “La Fattoria”, Simone Spataro, insieme all’assessore comunale alla Cultura e Promozione della città e progetto PON METRO (Programma Operativo Nazionale “Città Metropolitane 2014 – 2020”), Matteo Lepore, hanno presentato in una conferenza stampa la nuova struttura che ospiterà le iniziative organizzate dall’associazione. Per un costo di 650.000 euro di fondi europei gestiti dal Comune di Bologna, il restauro della casa colonica che ospiterà “La Fattoria Urbana” fa parte di un piano di riqualifica che coinvolgerà 11 edifici sparsi per la città. 

L’idea è quella di portare la magia della vita di campagna in città, con «l’obiettivo di avvicinare adulti e bambini al rispetto dell’ambiente ed educare alla sostenibilità ambientale e sociale perché si vuole costruire e un’oasi all’interno della quale si sviluppano progetti relazionali tra le persone», ha spiegato Spataro. 

Situato proprio nel centro del rione Pilastro, il circolo è da 20 anni colonna portante del quartiere. La struttura è sostenuta quasi interamente dall‘Arci e dall’ impegno dei volontari. Da quasi un lustro ha cominciato ad espandere le sue attività, avvicinandosi alle scuole, alle Onlus, come, ad esempio, la Fondazione Dopo di Noi e anche ai centri di accoglienza. Emblematica è l’assunzione di Omar e Samba, due ragazzi richiedenti asilo. In accordo con Arci Solidarietà, i due giovani si sono avvicinati alla “Fattoria” grazie a un tirocinio formativo durato un anno. Sono stati poi assunti con un contratto a tempo indeterminato. Inoltre, hanno ricevuto un piccolo pezzo di terra da coltivare. 

Splendido fiore nato in un terreno arido come Pilastro, “La Fattoria urbana” è un’eccellenza del territorio bolognese. Addirittura anche oggetto di studio da parte di corsi universitari di altre città e di altre nazioni. Tra oggi e ieri, infatti, hanno visitato la struttura un gruppo di studenti newyorkesi e un altro di milanesi. Ciò che la rende particolare è la caratteristica più unica che rara di essere una fattoria didattica all’interno della città e non al di fuori di essa. 

Durante la conferenza di ieri è stato presentato il nuovo edificio che permetterà all’associazione di aumentare le iniziative proposte. La struttura, priva di barriere architettoniche, presenta tre aule che saranno utilizzate per svolgere attività e laboratori durante tutto l’anno. I percorsi didattici saranno aperti non solo alle scuole, ma anche ai privati interessati. L’obiettivo è quello di ritagliarsi una parte sempre più importante nella vita a Pilastro, ma restando aperti anche al resto della città. 

Il restauro della ex casa colonica è parte integrante di un progetto comunale volto all’individuazione e alla riqualifica di 11 edifici situati nei vari quartieri di Bologna. Il tutto è possibile grazie ai fondi europei del PON Metro. Per l’urbe petroniana sono stati stanziati ben 40 milioni di euro. Di questi, 20 verranno utilizzati per i sopracitati lavori di restauro e per la costruzione ex-novo di spazi appositi per i giovani per le famiglie, che accoglieranno attività educative, culturali e sportive. Il fine è edificare luoghi «di aggregazione efficienti dal punto di vista energetico e di creare nuove centralità», ha detto l’assessore Lepore, confermando l’importanza che hanno le periferie per la giunta attuale. «Dobbiamo costruire una consapevolezza sulla capacità di questa città di riuscire a fare del lavoro sociale di comunità. La fattoria ci dimostra che è possibile. Questo luogo è un paradigma di quello che succederà nel resto di Bologna», ha concluso l’assessore. 

Il fine settimana avverrà l’inaugurazione in cui verranno mostrate le potenzialità dell’edificio, con vari percorsi educativi, laboratori creativi e spettacoli per tutte le età.

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