Là dove c’era l’erba ora c’è il cemento, la denuncia di Coldiretti Emilia-Romagna

Solo in Emilia-Romagna ogni anno 4 milioni e mezzo di metri quadri di terreno agricolo (pari e 650 campi di calcio) vengono coperti dal cemento. Più di un ettaro al giorno. È la denuncia della federazione regionale Coldiretti Emilia-Romagna alla vigilia della giornata del suolo che si celebra domani 5 dicembre. Il dato è stato elaborato dalla federazione regionale e dopo un’analisi sul consumo di suolo dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca Ambientale (Ispra) tra il 2016 e il 2017.

La regione in un anno ha consumato 221.645 ettari di terreno, un dato che colloca l’Emilia-Romagna al terzo posto per consumo di suolo in Italia, subito dopo la Lombardia (310.156 ettari) e il Veneto (226.530). «Il terreno cementificato è pari al 9,9 per cento dell’intera superficie regionale, una percentuale superiore alla media nazionale che si attesta al 7,65 per cento», ha dichiarato Coldiretti Emilia-Romagna.

La denuncia di Coldiretti va ben oltre il semplice dato. L’abbandono o la cementificazione del suolo «riducono la capacità dell’assorbimento dell’acqua da parte dei terreni e rendono il territorio più fragile aumentando il rischio di frane e alluvioni». Secondo Coldiretti, il terreno impermeabilizzato dall’urbanizzazione e dalla cementificazione non riesce ad assorbire l’acqua delle precipitazioni con la conseguenza di un possibile incremento della situazione franosa della regione.

Secondo il servizio geologico regionale, in Emilia-Romagna l’11,3 per cento del territorio regionale è soggetta frane. «Ad essere più colpito è il territorio collinare e montano, area dove è in forte calo la presenza dell’agricoltura che negli ultimi venti anni ha visto più che dimezzato il numero delle aziende agricole, rimaste oggi poco più di 20 mila nell’Appennino da Piacenza a Rimini», ha ricordato Coldiretti.

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