Infermieri fisicamente non idonei, al via una sorveglianza sanitaria dei lavoratori

L’11,8 per cento degli infermieri delle Asl e degli ospedali presenta inidoneità fisiche che ne limitano la mansione e di questi il 7,8 per cento presenta inidoneità parziali permanenti. Nel 49,5 per cento dei casi ci si riferisce a quelle relative alla movimentazione dei carichi, nel 12,6 per cento alle posture e nel 12 per cento al lavoro notturno e alla reperibilità. I dati di uno studio condotto dall’Università Bocconi di Milano a cui ha collaborato il Nursind, sindacato delle professioni Infermieristiche, hanno evidenziato criticità nel mondo della professione. «Circa il 40% degli infermieri supera i 50 anni, a questi dati, si aggiunge anche la significativa percentuale di infermieri che va incontro ad inidoneità da movimentazione dei carichi e ad altre ripercussioni dirette sul proprio stato di salute, come i turni notturni e prolungati, la reperibilità, lo stress e il burn-out», ha affermato Antonella Rodiglianosegretaria territoriale del Nursind della Città metropolitana di Bologna. 

Rodigliano si è riscontata favorevole all’iniziativa dell’assessore regionale alla SanitàSergio Venturi , che intende avviare da subito la sperimentazione di un sistema software unico per la gestione della sorveglianza sanitaria. Il progetto permetterà di avere un’unica cartella sanitaria e di rischio al fine di standardizzare ulteriormente la sorveglianza sanitaria dei lavoratori. 

La rappresentante sindacale ha voluto a precisare che «questa iniziativa risponde ad una sollecitazione del sindacato ed è volta a superare le criticità che esistono a livello di singola struttura sanitaria di singola Azienda sanitaria». Il sindacato adesso si aspetta che la sperimentazione sia portata avanti con trasparenza e con il massimo coinvolgimento di tutte le sigle sindacali, in particolare «di chi ha speso energie per registrare i dati del fenomeno partecipando all’indagine». 

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