Solidarietà e inclusione, a Bologna le iniziative di buon vicinato della “social street Roc”

Una serie di iniziative che hanno come comune denominatore il concetto di vicinato solidale. A promuoverle sono i componenti della ‘Roc’, la “social street” bolognese che comprende via Rialto, via Orfeo e via de’ Coltelli.
Nata nel 2013 dalla volontà di alcuni abitanti del quartiere, la ‘Roc’ si basa sul presupposto, tipico delle social street, di trasformare gli abitanti di una strada in veri vicini di casa, attraverso un modello di partecipazione e scambio che coinvolga tutti i membri che vogliono farne parte. L’idea è quella di favorire pratiche di buon vicinato e socialità, al fine di portare avanti progetti di interesse collettivo o semplicemente di condividere necessità e bisogni.

Partendo da qui, la Roc ha deciso di andare oltre e ha avviato una serie di azioni di solidarietà per chi vive momenti di bisogno. Il capofila di questi progetti è “Non siete soli”, un servizio di supporto che si avvale della collaborazione di alcuni volontari del quartiere che si sono messi a disposizione per effettuare piccole commissioni o servizi per gli anziani e in generale per chi ha problemi di mobilità, anche temporanei.

«Abbiamo pensato che il concetto di solidarietà si potesse declinare anche in altri modi – afferma Claudia Chiste, una delle amministratrici della Roc – anche semplicemente condividendo momenti belli, idee e valori in cui riconoscersi». Così, dalla collaborazione con l’Unione Italiana ciechi e ipovedenti e l’Istituto per ciechi “Francesco Cavazza”, nasce “Al cinema con te”, un progetto che consiste nell’accompagnare persone cieche o ipovedenti al cinema, a teatro o ad una mostra in un museo. «È un modo bellissimo non solo per permettere a chi non vede di godere appieno di un film o di uno spettacolo teatrale, ma anche all’accompagnatore di essere più consapevole di ciò che sta vivendo in quel momento. È un arricchimento reciproco e un momento di crescita per entrambi», precisa l’amministratrice della Roc.

Da questa convinzione nasce la recente proposta “Tu leggi, io ascolto”, un percorso di lettura collettiva che invita gli abitanti del quartiere a prestare la propria voce per leggere alcuni passaggi o pagine di un libro che diventeranno l’audiolibro della Roc. Il libro scelto è “Il signor Hulot va a Dien Bien Phu”, di Antonio Faeti, ambientato nella zona di via Orfeo. La lettura verrà registrata nella sede di Radio Oltre, l’emittente dell’Istituto dei ciechi Cavazza, e potrà essere riascoltata in podcast in qualunque momento sia dal computer che da smartphone.
«Lavorare su una cultura condivisa è fondamentale soprattutto in momenti come quello che stiamo vivendo – conclude Chiste – io credo si debbano usare la cultura e la solidarietà come un grimaldello per riuscire a salvarci in momenti così. È per questo motivo che diventa importante creare comunità consapevoli delle proprie responsabilità».

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