Sono passati solo 5 mesi quando, pochi giorni dopo essere stata nominata dall’attuale governo sottosegretaria di Stato ai Beni, Attività Culturali e al Turismo, la consigliera leghista del Comune di Bologna, Lucia Borgonzoni, dichiarò: «Non leggo da 3 anni». E fin qui tutto bene, più o meno. Probabilmente, però, chi non è abituato a leggere con costanza, potrebbe perdere anche la pratica della scrittura in lingua italiana. L’abitudine di digitare velocemente testi in messaggini sui cellulari, potrebbe far cadere in tentazione alte cariche dello Stato a scrivere, in un comunicato ufficiale destinato ai giornalisti, una “x” al posto della preposizione “per”. Ed è quello che è successo proprio alla Borgonzoni. Come se semplicemente una “x” potesse sostituire una regola grammaticale. «Ma va là», si direbbe a Bologna. «Per una cosa così stupida innalzare un polverone», potrebbe dire qualcuno. Ma da una consigliera leghista che mette al primo posto gli italiani, non ci si aspetta che maltratti così la lingua italiana. E soprattutto scrivere con pazienza e senza fretta un comunicato inviato dalla sua email e firmato con nome e cognome dovrebbe essere una premura fondamentale per una sottosegretaria di Stato alla Cultura. Sì, proprio alla Cultura con la C maiuscola.

Ma forse non abbiamo capito il senso dell’errore. Sotto sotto potrebbe nascondere un messaggio subliminale. Quella “x” al posto di un “per” potrebbe essere stata scritta per mettere sull’attenti i giornalisti, oppure potrebbe essere stata una strategia comunicativa della Lega. Genialata. Scrivere un comunicato stampa ufficiale con lo stesso “linguaggio social” degli italiani nei messaggi su whats app, porterebbe un politico alla stessa “altezza” del suo potenziale elettore. Un po’ come fa il leader leghista Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno nonché vicepremier, utilizza palesemente un linguaggio nazional “social”- popolare (social sta per social network) con tanto di faccina (emoticon) in conclusione dei suoi tweet o post su Facebook. Non sarà stato mica un consiglio di Salvini?

I giornalisti, però, sono costretti a cancellare quella “x” nel comunicato della Borgonzoni e a sostituirla con la preposizione corretta. Dopo anni di studio e sacrifici per diventare professionisti, non possiamo di certo fare certe figure.

Giornalisti che hanno premura anche di non sbagliare i “cattivissimi” congiuntivi come, invece, ha fatto spesso il ministro del Lavoro grillino nonché vicepremier, Luigi Di Maio, a braccetto politico proprio con la Lega. Ma non è che la lingua italiana stia tramando qualcosa contro il popolo del nostro Paese?  Il dubbio a questo punto nei complottisti nasce spontaneo. Via, veloci e scriverlo su Facebook!

La nostra lingua, quella che fu di Dante, Boccaccio e Manzoni per intenderci, sembra aver perso ormai da tempo la sua importanza. Un po’ perché siamo entrati in una società fatta quasi di sole immagini e messaggi scritti velocemente su un cellulare e un po’ perché in Italia si legge sempre meno – 4 persone su dieci leggono meno di un libro all’anno secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) pubblicati nel 2017. E l’uso della lingua italiana ufficiale va sempre più in declino.

Viene un brivido sulla schiena se pensiamo che lo scrittore milanese Alessandro Manzoni, autore dei Promessi Sposi, avrebbe dedicato parte della sua vita alla ricerca di una lingua nazionale forte. Viene mal di pancia, invece, se si pensa che uno dei maggiori poeti italiani, Giosuè Carducci, abbia insegnato Eloquenza italiana all’Università di Bologna, città natale proprio di Lucia Borgonzoni.

Condividi