Presentata la stagione del Teatro Arena del Sole, primo teatro in Italia nonostante i tagli ai fondi

“Bye bye 900‘?” È il leitmotiv della nuova stagione del Teatro Arena del Sole e del Teatro delle Moline di Bologna che invita a riflettere sull’epoca presente e su quali strumenti di analisi siamo in grado di ereditare dal secolo scorso. E su questo tema l’intera stagione teatrale 2019/2020 di ERT (Emilia Romagna Teatro Fondazione) si ripropone nei suoi spazi a Bologna e nel territorio.  «Che lascito ci ha trasmesso il Novecento? È stato davvero il “secolo breve”, nato quattordici anni dopo la sua genesi e morto undici anni prima di finire, o è un secolo lungo lunghissimo che in forme striscianti e vischiose, impastate di inerzia e di viltà, di smemoratezza e di ignoranza, ancora si ostina, tenacemente, a non lasciarci? E voltandogli le spalle, che futuro ci aspetta?», ha dichiarato il direttore di ERT Claudio Longhi. 

Con queste domande nasce la stagione teatrale della Fondazione la quale ha subito recentemente una decurtazione di 100mila euro da parte del ministero dei Beni Culturali del vecchio governo giallo-verde nonostante la conferma della qualità e della dimensione dell’offerta culturale della struttura, riconosciuta dal ministero stesso – con i suoi 95,85 punti – come il primo Teatro Nazionale del Paese. 

A Bologna vanno in scena, da ottobre a maggio, 45 diversi titoli, di cui 13 produzioni ERT, per un totale di 194 serate di spettacolo: una proposta di titoli articolata che si muove tra grandi nomi della scena contemporanea.  Tra i vari nomi ricordiamo Constanza Macrascoreografa e regista argentina di base a Berlino e che figura tra le più importanti del panorama della danza contemporanea europeacon lo spettacolo Hillbrowficationun grande progetto performativo con bambini e giovani provenienti da un quartiere difficile di Johannesburg.

Pascal Rambertuno dei maggiori drammaturghi europeicon la nuova produzione Architecture, che porta in scena Emmanuelle Béart a Stanislas Nordey. 

Dopo il successo di Atlas des Kommunismusl’argentina Lola Arias sarà in residenza a Bologna per realizzare per ERT un grande lavoro di teatro partecipato e documentonell’ambito del progetto europeo Atlas of Transitions. 

ancoratanti artisti, maestri del teatro e nuovi nomi della scena: Paolo RumizFabrizio Falco e Laura Marinoni, Emma Dante, Antonio Rezza e Flavia MastrellaToni Servillo le parole di Giuseppe MontesanoMarco Paolini e Francesco NiccoliniLino GuancialeSaverio La Ruina, Enzo Vetrano e Stefano Randisi che interpretano un testo di Ivano DionigiNanni GarellaPietro Babina, e molti altri.

Non mancano i grandi titoliriletti da registi contemporaneicome l’Antigone di Massimiliano CivicaIl giardino dei ciliegi di Alessandro Serra, Romeo and Juliet di Teodoro Bonci del BeneParticolare attenzione alla drammaturgia contemporanea con Liv FerracchiatiDavide Carnevali, Kepler-452, due testi di Giovanni Testori, La monaca di Monza con la regia di Valter Malosti e in scena Federica Fracassi e I promessi sposi alla prova di Andrée Ruth ShammahNon manca infine la tradizione italiana con Gabriele Lavia e I giganti della montagna. 

«Il nostro impegno mira a far sì che la Fondazione si connoti e sia riconosciuta come interlocutore fondamentale nelle pratiche culturali della città e che il Teatro venga sentito come “luogo necessario” alla sua vita civile e sociale comprendendo anche una ricca progettualità di attività diversificate realizzate grazie a una capillare rete di collaborazioni con importanti istituzioni cittadine, come l’Università di Bologna Alma Mater Studiorum, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, l’Istituzione Biblioteche di Bologna o la Cineteca di Bologna, e altre ancora», ha affermato il presidente Giuliano Barbolini. 

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